Covid-19: con il green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro scatta la corsa al tampone? – VIDEO

Incremento delle prenotazioni contenuto, complice l'alto numero di vaccinati

Green pass si, green pass no. Un dibattito che ha infiammato, e ancora continua a farlo, l’intero dibattito pubblico in Italia. Se prima l’obbligatorietà di esibizione del certificato verde era limitata a bar, ristoranti, ecc.. ora viene estesa anche ai luoghi di lavoro. Una decisione presa dal governo per garantire un ambiente lavorativo maggiormente sicuro, a livello sanitario, e anche, secondo quanto trapelato, per dare un’ulteriore accelerata alla campagna di vaccinazione, che ha visto comunque il superamento della fatidica soglia dell’80%.

Una situazione che costringerà tutti quei lavoratori sprovvisti di green pass, circa 4 milioni, ad effettuare un tampone il cui esito negativo darà la possibilità, anche se solo per un periodo di tempo limitato, di poter ottenere il certificato verde. Nelle farmacie italiane è così scattata la gara al tampone, una corsa contro il tempo per avere con sé la giusta documentazione per poter entrare nel proprio luogo di lavoro. Una situazione da dentro o fuori: chi non si presenterà munito di green pass, sarà automaticamente rispedito a casa, con assenza ingiustificata e con la conseguente sospensione dello stipendio.

Per monitorare la situazione alla vigilia di questo giorno che si preannuncia infuocato, ci siamo recati in alcune farmacie della Capitale. Il Dott. Procaccini, vicepresidente di Federfarma e titolare della farmacia Procaccini, sita su via Via Giuseppe Donati, nei pressi della Tiburtina, ha precisato che “la situazione cambia da regione a regione, anche in base al numero di vaccinati. Nel Lazio fortunatamente abbiamo un alto tasso di vaccinati, pertanto non c’è stato un grande incremento nella richiesta di tamponi. Nella città di Roma non ci sono state criticità, solo una piccola percentuale di incremento”.

Dello stesso avviso Alberto Angelini, della farmacia Angelini sita sua via Tiburtina; il quale fa notare: “c’è stato un lieve innalzamento nella somministrazione dei tamponi, a fronte di una domanda che è comunque sempre stata molto alta. Una necessità nata di pari passo con l’istituzione di obbligatorietà del green pass, dapprima nei luoghi pubblici (bar, ristoranti, ecc..) e ora presso le sedi lavorative.

In ultimo non manca però la polemica, partita questa volta da alcuni funzionari delle parafarmacie. Una polemica che fa riferimento alla somministrazione dei tamponi, per ora esclusivamente appannaggio delle farmacie. “Anche la parafarmacia così come la farmacia, ha al proprio interno un farmacia iscritto all’albo, con superamento dell’esame di Stato. Ci sentiamo limitati in quanto non abbiamo pari diritti, nonostante l’equiparazione del titolo professionale sia la stessa”.

Anche nel quadrante nord della città, nell’area compresa fra viale Regina Margherita e via Po, non sono state evidenziate criticità in previsione della data del 15 ottobre. Si resta in attesa di vedere cosa accadrà dopo l’entrata in vigore del green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro, capire se già nel fine settimana la domanda potrà crescere, e se diventerà necessario cambiare il sistema di prenotazioni. Qualcuno però già dichiara che sarebbe difficile aumentare il numero degli appuntamenti, anche perché c’è da considerare tutto il lavoro di “back office” per la registrazione dei risultati degli esami, dunque questo comporterebbe un ulteriore aumento del personale dedicato a questa attività. Restano validi i prezzi calmierati dei test antigenici, e non sono stati individuate farmacie con proposte di ‘pacchetti’ di test rapidi (e bonus) che invece altrove sono stati costruiti per incontrare – ed attrarre – la domanda di chi ha bisogno di verifiche frequenti.

La situazione per ora si prospetta tranquilla, senza particolari criticità e code chilometriche all’ingresso degli ormai famosi punti di somministrazione. Il grande banco di prova ci sarà domani, giornata in cui sono preannunciati anche scioperi nazionali portuali e dei trasporti, per ribadire la contrarietà a tale obbligo da parte della maggioranza di quei 4 milioni di lavoratori non ancora vaccinati.

Con la collaborazione di Roberta Petronio.

 

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