Per Guido Bertolaso tutta l’Italia si sta avvicinando con passo inarrestabile verso la fatidica Zona Rossa.
Paese dopo paese e regione dopo regione i colori cambiano e per ora solo la Sardegna resta, davvero, un’isola felice e bianca. A questo seguono naturalmente restrizioni sempre più serrate e aumentano le nostre insicurezze.
Si fanno sempre più insistenti le voci di una nuova chiusura delle scuole e del ritorno alla tanto criticata DAD.
Insomma si piomba indietro di mesi con lo spauracchio drammatico del lock down. Intanto i vaccini non arrivano e aumentano le varianti del Covid. Varianti difficili da decifrare e sempre più virulente tanto da diventare di difficile cura. Quella che era “niente di più di una semplice influenza” sta diventando un vero e inarrestabile flagello di Dio. Tutto ormai ne è travolto.
L’Italia ha perso con la prima misconosciuta (?) ondata un’intera generazione tagliando di netto le nostre radici, la nostra storia e portando tante separazioni, tanto vuoto e tante sofferenze che mai avremmo potuto immaginare.
Ora stiamo perdendo, in parte, la generazione dei nostri ragazzi, un numero infinito di nipoti che già hanno visto morire, in solitudine, i loro troppo poco conosciuti nonni.
Non li prediamo tanto in senso fisico quanto in senso caratteriale, intimo. Tolta la scuola, i genitori al lavoro, frenati nel loro bisogno di contatti e confronti questi giovani stanno soffrendo per una crescita interrotta e vietata. Non resta loro che il telefonino e il pc. Contatti fradici di parole ma privi di reali scambi umani.
Poveri ragazzi che peso devono sopportare! E noi adulti abbiamo ancora l’ignorante sfacciataggine di rimproverarli di “volerli” diversi da come possono essere. Li vorremmo vivaci e pieni di interessi, curiosi e chini sui libri. Ma questo non è nemmeno ipotizzabile in questo periodo.
Riconosciamo loro una grande forza di adattamento e la capacità di restare in piedi quando sotto di loro tutto frana.