Il dehor di Babingtons solleva un inutile vespaio

Guai a chi tocca P.zza di Spagna! tuonano i finti paladini di una Roma stremata e senza guizzi. Invece arriva la delibera e la piazza torna a sorridere

Si alzano i toni della polemica sul tema dei tavolini all’aperto in pieno Centro Storico.

La goccia che ha fatto traboccare lo sdegno dei pragmatici, benpensanti, tradizionalisti è stata la vasta (?) colonizzazione dei tavolini in piazza di Spagna della storica sede di Babingtons. Sala da te e non solo. Meta di romani e tappa obbligata per i turisti fin dal 1893.

Dopo il lockdown e visto il crollo di ogni forma di commercio in centro si è cercato di allargare le maglie dell’accoglienza di bar e ristoranti per tappare, almeno in parte, il buco economico nel Tridentino (e non solo).

La stagione più che favorevole e la scelta dei più di non stare in luoghi interni ha chiuso il cerchio e avvalorato la delibera che autorizza bar e ristoranti a posizionare tavoli “su strada”.

Finché le “orrende occupazioni” hanno riguardato le solite strade/suk tra il centro, il Pantheon o piazza Navona, quasi nessuno ha fatto qualcosa.

Ma ora che toccano l’orgoglio di P.zza di Spagna è come se le oche del Campidoglio starnazzassero contro i barbari invasori.

“Vedere piazza di Spagna deturpata in questo modo è un colpo al cuore. Quei tavolini precludono la visuale e l’accesso di Trinità dei Monti… e ancora “Rabbia e tristezza per queste autorizzazioni, i tavolini che occupano piazze, marciapiedi e strade hanno rotto davvero…” e continuiamo “Quello che sta accadendo in piazza di Spagna ha dell’incredibile, lo storico selciato di fronte alla Barcaccia invaso da tavolini che ne oscurano la visuale. Fino a ora piazza di Spagna era considerata intangibile dai tavolini…e via di questo passo fino ad auspicare l’intervento correttivo del governo.

Diamo per scontato che i parlatori “la qualunque” non si siano accorti che altri locali, già da tempo, hanno “espugnato” la Piazza. E alcuni con dehors miseri, squallidi e dichiaratamente “acchiappini”. Anche l’eterno ristorante Nino di via Borgognona si è preso una bella fetta di p.zza Mignanelli ma, nessuno ha mosso la lingua!

Certo quello che è mancato nella delibera, e siamo d’accordo, sono le linee guida per unificare al meglio l’arredamento su strada, che avrebbe potuto esaltare ancor di più l’unicità della location.

Babingtons ha allestito un’eclave esterna molto decorosa e raffinata. E poi siamo giusti i tavolini da bar hanno un’altezza tale da non disturbare affatto la vista di quegli storici gradini e della bellezza di Trinità dei Monti!

I Sigg e le le Signore “la qualunque” hanno, evidentemente, una superficiale inquadratura della situazione economico/turistica che la Capitale deve affrontare. Deduciamo quindi che preferiscano una Città vuota, desolata e piena disoccupati piuttosto che una Città in cerca di visibilità e attrattive studiate per non affogare!

Cosa sarebbe Capri senza i dehors della Piazzetta? E Venezia privata dei grandi spazi esterni dei suoi storici caffè? E i boulevard di Parigi?

Roma deve togliersi la polvere di dosso e non può, sempre e comunque, affidare le sue fortune alla storia, ai monumenti e alle preziossissime e incomparibili pietre. Soprattutto ora.

Quindi ben venga un salotto a cielo aperto in uno dei luoghi più belli della Capitale!

E, anzi, se si potesse riservare un trattamento analogo a tutte quelle attività commerciali ormai allo stremo sarebbe un bel colpo!

Stamattina i tavolini non c’erano per il troppo caldo, al loro posto sostavano le maleodoranti botticelle!

Questa è la vera Roma che mette d’accordo tutti? I signori “la qualunque” o si tacciono o li sfidiamo a mettere piede in qualsivoglia ristoro en plein air a qualunque latitudine!

 

(Foto di copertina: ANSA)

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