Insetti nel piatto, carne sintetica. Agricoltura del Lazio sotto attacco

Per la Cia, la confederazione degli agricoltura, le nostre produzioni minacciate dalle nuove tendenze mondiali. L’agricoltura del Lazio vale il 5,4% della produzione nazionale

Da una parte l’aumento dei prodotti a base di insetti che in Europa toccherà, entro il 2030, 260 mila tonnellate per oltre 390 milioni di consumatori. Ma anche il mercato mondiale della carne in vitro che ha già registrato investimenti da capogiro, pari a 1,3 miliardi. Sono queste tra le più evidenti tendenze alimentari, inquadrate nell’alveo del novel food, dal report Nomisma per la IX Conferenza economica di Cia-Agricoltori Italiani. Tutti fattori che preoccupano anche l’agricoltura di Roma e del Lazio, che ha un valore di 7 miliardi, il 5.4% della produzione nazionale, e impiega 24 mila persone. Un settore di eccellenza, come ci ha detto in passato anche l’assessore regionale Onorati.

Il cibo sintetico potrebbe essere un grave pericolo. Cautela sugli insetti 

Dunque, scrive l’organizzazione, che “soprattutto il cibo sintetico” potrebbe “minare una corretta alimentazione e il Made in Italy agroalimentare. Appena sdoganata dalla Commissione Ue l’immissione sul mercato di farina di grillo, si registrerà, secondo Nomisma, nel giro di poco tempo, un maggior impiego di insetti come ingredienti nei prodotti alimentari, con una produzione Ue in crescita di 180 volte a partire dal 2019 fino al 2025, passando da 500 a 90 mila tonnellate per arrivare a 260 mila nel 2030. Previsto, da qui ai prossimi tre anni, un calo produttivo degli insetti interi di quasi il 15%, mentre saliranno in media anche del 5% le vendite di pane, sostituti della carne e nutraceutici, a base di polvere di insetti”.

No alla carne di pollo sintetica 

La CIA fa notare che “il via libera della Food and drug americana alla carne di pollo prodotta in laboratorio, accende poi i riflettori sulle ambizioni latenti in Europa in questo senso, con le aziende di riferimento a livello mondiale, tra laboratori e start up, passate da 13 a 117 dal 2016 al 2022 e la produzione globale di carne in vitro che si prospetta al 2030 in aumento fino a 2,1 milioni di tonnellate”.

Cia: rischio di ridimensionamento per l’agricoltura italiana 

Su questo interviene il presidente di CIA Cristiano Fini che mette in luce come “la carne sintetica vada nella direzione opposta a quella che è la nostra idea di cibo, basata sulla valorizzazione delle nostre produzioni agricole e zootecniche, simbolo di alta qualità e identificative dei territori e delle tradizioni nazionali. Inoltre, si tratta di una produzione artificiale che finisce per costare di più in termini di sostenibilità ambientale e non garantisce migliore salute e nutrizione per i cittadini. Al momento -ha concluso Fini- c’è il rischio concreto che l’agricoltura venga ridimensionata con ovvie conseguenze sulle aree interne con il progressivo abbandono dei territori”.

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