Killer dei gatti, anni di vergogna prima dell’intervento

Killer dei gatti, a S. Giovanni. Per 15 anni i reclami dei condomini restano inevasi. Ora la giunta si autocelebra solo per il salvataggio del gatto.

Ne hanno parlato tutti i media: finalmente è stata aperta la porta sull’orrore della casa della Killer dei gatti in zona S. Giovanni.

Riprendiamo di seguito la dichiarazione accesa e animata dell’assessore alla Sostenibilità Ambientale di Roma Pinuccia Montanari “…Sono circa 15 anni che i residenti denunciano questo caso di barbonismo domestico. Siamo intervenuti con la massima attenzione e ringrazio gli operatori che hanno permesso di scoprire e mettere in sicurezza la casa…con questa azione congiunta abbiamo dato un chiaro segnale di attenzione a tutela del decoro e del benessere animale…Continua la nostra battaglia a difesa di tutti gli animali della città, soprattutto di quelli abbandonati, maltrattati o denutriti”, dichiara Daniele Diaco, presidente della Commissione Capitolina all’Ambiente…”

Queste poche righe ci lasciano, quanto meno allibiti. 15 anni di denunce, lamentele, disagi, odori nauseanti e paure! 15 anni che gli “organi preposti” sapevano in che condizioni vivevano (e vivono) i condomini di via Lavinio. Dei rischi per la salute di grandi e piccoli, delle paurose condizioni igienico sanitarie dell’appartamento e della possibilità concreta di nuovi ulteriori incendi. Si, perchè la killer usa come unica fonte di luce le candele e più di una volta ha creato focolai pericolosi. 15 anni in cui la donna, presumibilmente con problemi psichici gravi, ha trasformato i suoi locali in una discarica, fra escrementi, rifiuti di ogni genere e carcasse di gatti. Pare che raccattasse, le bestiole, intorno a casa per poi segregarle, torturarle e senza nutrirle. 15 anni in cui la donna ha vissuto in uno stato di “barbonismo domestico” maniacale. Alla luce di quanto sopra e ricordando che durante il primo blitz degli operatori la situazione era apparsa drammatica (come ora) non capiamo con che coraggio “gli organi preposti” abbiano stilato il comunicato stampa (di cui sopra) e l’abbiano reso pubblico.

Con questa operazione “salvifica”, per il gatto sopravvissuto, la giunta  può solo vergognarsi di se stessa per i tempi impiegati (15 anni)  e per la precarietà in cui SONO STATI COSTRETTI a vivere i coinquilini della killer! L’intervento doveva passare sotto silenzio e con tante scuse (risarcimenti?) a quegli sfortunati e inascoltati vicini di casa. E invece no: trionfo per il micio salvato (per quelli stecchiti si sarebbe dovuto intervenire anni fa!) e vittoria conclamata della battaglia pro decoro animale che tanto sta a cuore alla giunta!

Siamo alla commedia dell’assurdo: delle persone offese non si fa cenno. Della donna-killer nemmeno! Tolti i gatti morti e vivi pare sia finita lì. Ma i servizi sociali, le asl, i professionisti della salute mentale che ruolo hanno avuto in questi anni? Se qualcuno si è mosso, su pressione, dei coinquilini, perchè non ha steso un rapporto severo tale da far intervenire I MEDICI di competenza e NON SOLO GLI ANIMALISTI?

Se davvero esiste il concetto di decoro e benessere animale, di cui si é tanto  cianciato, vorremmo sapere a chi compete, a chi importa e a chi, caso mai, dobbiamo rivolgerci per il decoro e l’integrità psicofisica degli esseri umani e quindi della Città stessa?

foto di: Corriere Roma – Corriere della Sera – corriere.it

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