Più giovani ai pronto soccorso per il Covid, ma dimessi subito

I medici di famiglia spingono per la vaccinazione, ma le dosi non arrivano in modo omogeneo sul territorio

L’accesso ai pronto soccorso di malati di Covid rimane molto limitato.  E per fortuna l’80% di chi vi fa ricorso viene dimesso poco dopo. Ma si tratta soprattutto di giovani e non vaccinati. Dunque dalla Federazione Medici di Famiglia di Roma continua ad arrivare un appello: vaccinatevi! Eh, sì, perché gli ultimi dati dicono che il Lazio, anche per effetto dei festeggiamenti per gli Europei di calcio, ha il record di casi in Italia.

Insomma, una luce in fondo al tunnel sembra esserci. Anche grazie alle vaccinazioni, a Roma e nel Lazio non siamo alla situazione di febbraio scorso e nemmeno a quella del lockdown. Ormai, ci dicono, dalla Federazione, riusciamo a vaccinare anche gli scettici. Ovvero, no i ‘no Vax’ incalliti ma gli scettici, a cui i medici di famiglia spiegano che non vaccinarsi è un azzardo inutile. Dunque, no persuasione ma informazione.

Quello che va messo a punto è la distribuzione dei vaccini contro il Covid disponibili per i medici di famiglia. La situazione è a macchia di leopardo. Le dosi arrivano in modo costante nelle asl 2 e 3 (quadranti sud est, litorale, zona ovest), mentre le asl 1 e 5 fanno fatica (Roma centro e Castelli Romani).

“Non c’e’ motivo di allarme, e la pressione ospedaliera e’ bassa”, spiega l’assessore alla Sanita’, Alessio D’Amato, presentando il camper vaccinale a Fiumicino. “Se il cittadino non va al vaccino, il vaccino va al cittadino – le sue parole – questa la filosofia che stiamo mettendo in campo con 30 unita’ mobili. Oggi arriviamo a 6,4 milioni di somministrazioni di vaccino, il 60% della popolazione adulta ha concluso il ciclo vaccinale ed entro la prima settimana di agosto il 70% sara’ vaccinata con doppia dose”. E’ ancora incertezza invece sul Green Pass.

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