Roma: apre al parco di San Sisto il primo vigneto urbano pubblico

È il primo del progetto "Roma Mater vinorum" nato da un accordo di collaborazione tra il Comune di Roma e l'associazione internazionale Iter vitis

Il primo vigneto del progetto "Roma Mater vinorum" nato da un accordo di collaborazione tra il Comune di Roma e l'associazione internazionale Iter vitis, inaugurato questa mattina al parco di San Sisto.

È stato inaugurato stamattina negli spazi comunali esterni all’Aranciera di San Sisto, nelle vicinanze della Fao e del Circo Massimo, un vigneto che si estende su una superficie di circa 1.400 metri quadrati. È il primo del progetto “Roma Mater vinorum” nato da un accordo di collaborazione tra il Comune di Roma e l’associazione internazionale Iter vitis, riconosciuta dal consiglio d’Europa, e che ha individuato le serre specie storiche autoctone delle oltre mille barbatelle utilizzate per l’impianto: Bellone, Nero Buono di Cori, Cesanese, Moscato di Terracina, Mammolo, Abbuoto e Malvasìa Puntinata. Si tratta delle specie di vitigni, infatti, che costituivano i vigneti della Roma antica e che coprivano larga parte dell’area del Palatino, dell’Aventino e di quella poi divenuta dei Fori Imperiali.

“È un piacere essere qui per celebrare un progetto straordinario”, ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Oggi inauguriamo il primo vigneto urbano – ha aggiunto -. È il primo progetto pubblico d’Europa e questo ci riempie di orgoglio. Questo è un tassello di una visione di recupero di una dimensione fondamentale di Roma, legata alla terra, al cibo e all’agricoltura. L’idea fondamentale che replichiamo anche in altri ambiti è che non soltanto estendiamo quantitativamente la porzione di territorio destinata all’agricoltura ma inneschiamo anche processi di riqualificazione urbana. I vigneti come gli orti urbani favoriscono la partecipazione dei cittadini”.

Il vigneto di San Sisto, oltre ad avere una vocazione culturale, costituisce anche un presidio ambientale grazie alla collaborazione con la startup Citiculture che ha installato sui filari sensori climatici, alimentati da pannelli fotovoltaici, che consentono il rilevamento della temperatura e dell’umidità, della pressione atmosferica, dell’intensità dell’irraggiamento solare e della presenza di inquinanti come il particolato fine Pm 2,5 e Pm10. Tutte le informazioni sulle caratteristiche vegetazionali e ambientali sono illustrate da appositi pannelli didattici allestiti attorno al vigneto.

“Il vigneto è monitorato da sensori che rilevano le emissioni di anidride carbonica – ha spiegato l’assessora all’Ambiente di Roma Sabrina Alfonsi -. Questo vigneto ha già prodotto grappoli d’uva, non ce lo aspettavamo. È un progetto frutto di un grande lavoro di rete avviato per la promozione e la riscoperta della viticoltura capitolina. Le vigne urbane sono un rimedio efficace per la tutela delle produzioni autoctone. La coltivazione della vite a Roma è sempre stata uno strumento dell’inurbamento, insieme all’olio. Nell’antica Roma le viti erano parte del reticolo urbano. Con il progetto Roma Mater Vinorum andiamo restituire a Roma la sua vocazione di città del vino”. Alla cerimonia erano presenti il presidente e il segretario generale del Cnel, Renato Brunetta e Massimiliano Monnanni.

“Con l’assessore abbiamo deciso di contornare quegli spazi con vitigni. Tutto il verde di Villa Borghese e del Cnel avrà una perimetrazione di vitigni all’interno di un giardino all’italiana”, ha spiegato Brunetta. All’inaugurazione sono intervenuti anche Emanuela Panke, presidente dell’Itinerario culturale del consiglio d’Europa Iter Vitis, Ernesto Di Rienzo, professore di antropologia dell’università di Tor Vergata, e i dirigenti scolastici degli istituti tecnici agrari Emilio Sereni, Patrizia e Giuseppe Garibaldi, Patrizia Marini e Andrea Pontarelli. La prossima tappa del progetto infatti sarà a Villa Borghese, negli spazi esterni al Cnel.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014