Trony ha una storia molto lunga. Molto articolata ma anche e finora molto resistente. Finora, appunto, perchè da qualche giorno si parla di fallimento. Le chiusure a raffica dei punti vendita del marchio non fanno intravedere nulla di buono.
Il fallimento del gruppo DPS con a capo la famiglia Piccinno (pugliese) lascia in mezzo alla strada, e di botto, collaboratori, acquirenti senza merce e merce senza acquirenti. Vien da pensare che i Piccinno abbiano fatto il passo più lungo della gamba. Già l’acquisizione di Fnac e poi di Darty avevano dato esiti negativi. E ora tocca alla grossa fetta dei negozi Trony (circa 40) di cui erano “gestori”. Le saracinesche sbarrate non trovano scuse per essere riaperte. Questo fallimento e i conseguenti tagli possono veramente mettere in forse il futuro di tutta l'”azienda” e di centinaia di lavoratori. Ma questa eventualità, al momento, non viene manifestata.
Nata nel ’91 come costola di Rinascente (+ altri soci) Trony viene spinta a diventare leader nel settore dell’elettronica. Purtroppo nel corso degli anni compare la trappola dei tanti, troppi cambi societari e passaggi di mano. Nei primi anni del 2010 è un vero boom che però presto si sgonfia, vuoi per la concorrenza, vuoi per alcune gestioni dissennate. Ne fa, pesantemente e per prima le spese Roma dove fra chiusure definitive, riaperture con altri loghi ecc, per fare un acquisto, si vede costretta a prendere l’auto e andare al centro commerciale o metter mano al computer e rivolgersi ad Amazon.
Già, perchè ora la colpa di chiusure/fallimenti di qualunque categoria commerciale viene data all”e-commerce che sta, dicono, scalzando ogni tipo di negoziazione diretta. Tutto rimbalza, ormai, fra nuvola e rete con risparmio di tempo e di danaro. Generando, così e inconsapevolmente una nuova categoria umana fatta di pigri sedetentari non più in grado di scegliere dopo aver confrontato, visto, ragionato e toccato con mano l’articolo/obbiettivo. E’ vero che Amazon, con tutti i suoi cloni, stanno cambiando il mondo dell’acquisto ma, la vera rivoluzione nasce dalle “città mercato”. Da lì, da quelle aree “commerciali” dove trovi ,vedi e valuti di tutto e di più, è cambiato il nostro approccio col “negozio”. E cambierà ancora, perchè, vien da pensare che l’acquisto fatto in solitaria e in pochi minuti davanti al video fra un po’ sarà valido e utile solo per cose da prendere al volo ma, che tutto il resto sarà nuovamente condiviso nelle improbabili piazze dei centri commerciali o dei “country outlet” .
Nel frattempo Trony continua ostinato con i suoi volantini e le sue offerte (alcune valide per molti mesi). E questo, unito a rumors e informazioni varie ci fa immaginare una scelta operativa ben precisa. Bando al punto vendita su strada e riduzione dei costi del personale, si agli accordi su ampia scala e ai nuovi paesi/centri commerciali.