Per alcuni politici cementati nel pensiero unico e ancorati al ruolo di oppositori estremi ecco che con il 28 giugno cade uno dei motivi fondamentali della loro lotta strategica: la mascherina.
Finalmente non li sentiremo più inveire contro il governo per l’imposizione dittatoriale delle molte cautele applicate contro il Covid.
Si abbatte il coprifuoco, ripartono i matrimoni con le classiche ammucchiate sudaticce, fra poco riapriranno anche le discoteche ecc… e improvvisamente la “deriva liberticida”, tirata in ballo oltre lo sfinimento, non ha più ragion d’essere.
L’Italia è finalmente libera e liberata.
I principi dello Stato di diritto, che parevano calpestati, si riappropriamo dei loro giusti ruoli.
Alcuni potranno tornare a sculettare al Papeete convinti di aver portato un’Italia mascherata fuori dalle secche di una reiterata oppressione della democrazia e della libera scelta.
Se la sovranità e l’autonomia di un Paese (il nostro) si misurano in quei pochi cm (9×17) della mascherina, Dio ci salvi dai rappresentati di certi partiti che sono scesi in campo solo per gettarla sul rogo.
E da tanta nullità subito nasce la considerazione sulla coscienza, la preparazione e la scienza politica di questi personaggi che confermano, se mai ce ne fosse bisogno, il degrado e lo svilimento della politica dei giorni nostri. E non parliamo poi di idee e tantomeno di ideali perché quelli li abbiamo persi insieme ai “padri fondatori” che davvero fecero grande e compatta l’Italia.
A noi, della nostra epoca ci tocca una stirpe di blablatori inadatti a governare e buoni solo per minare le poche sicurezze che ancora abbiamo.