Aggressioni ai prof, arrivano multe e reclusione

Le aggressioni ai docenti da parte di studenti e genitori continuano senza rispetto per le gerarchie e per l'istruzione. Ora un emendamento stabilisce multe e reclusione. Auguriamoci che vengano applicate per evitare una deriva socio/culturale

Lo scorso anno le denunce sono state 36. Questo è il numero delle violenze o aggressioni più o meno pesanti che i docenti, di vario ordine e grado hanno subito dagli allievi. E visto l’andazzo supponiamo che possano essere anche di più. Se a questo attacco diretto degli studenti aggiungiamo l’aggressività manifestata in più casi dai genitori dei pargoli, il tema si fa, oltre che deplorevole, anche drammatico. Si calcola che in media gli scontri fra docenti e genitori siano di 5 al mese. Una guerra trasversale che ha origini proprio nei giorni nostri e di cui non è facile interpretare un serio perchè scatenante.

E’ evidente che una certa parte di ragazzi a scuola ci va controvoglia (quando ci va), non ha nessun interesse ad accrescere la propria cultura e il proprio status e non trova le nozioni attrattive e in linea con i propri disvalori.

Manca persino quel minimo di “timore reverenziale” verso l’istituzione, per altro obbligatoria fino alle superiori, e verso gli insegnanti che, comunque, sono pubblici ufficiali. I genitori seguono a ruota, quando non sono di fatto il propulsore per il malessere e il sopruso.

Da questo triste scenario è chiaro che, o: 1) la scuola, per quanto modernizzata, non offre stimoli sufficienti, o 2) siamo di fronte ad una generazione assolutamente impermeabile sia alle basi della conoscenza che a quelle della piramide sociale. Forse entrambe le cose, tanto che, come riporta il Sole 24 ore, l’Italia è tra i Paesi con il livello di istruzione superiore più basso d’Europa, insieme a Bulgaria, Romania e Ungheria; quindi non ci servono altre classifiche per arrossire di vergogna e tremare al pensiero che certi studenti di oggi saranno la classe dirigente di domani.

Per porre un freno alla deriva in atto e per salvaguardare, almeno in parte, il corpo insegnante arriva l’emendamento del governo che stabilisce che gli studenti che aggrediscono i professori rischiano una multa fino a 10.000 euro. Potrebbe anche essere un deterrente ma dato che i ribelli “socio/culturali” sono, in genere nullatenenti ecco che la sanzione colpirà direttamente le famiglie sollevando un putiferio di obiezioni, ricorsi e controricorsi che alla fine si perderanno in qualche polveroso faldone. Questa norma fa da corollario al disegno di legge Sasso che aggiunge anche pene più severe per i violenti che vanno incontro a pene di anni 7 e mezzo per le aggressioni e da 3 a 4 anni per l’oltraggio. Legge, che per altro, non si è mai palesata nemmeno nei casi più gravi.

Vorremmo evidenziare, con grande disagio, che gli gli insegnanti percepiscono stipendi da fame che li posizionano appena al di sopra della soglia di povertà*. Questi docenti dovrebbero essere motivati molto di più tanto da renderli tenaci difensori di valori culturali e sociali.

Alla scuola si demandano sempre più spesso incombenze che, in realtà, attengono principalmente all’ambito familiare. Uno scaricabarile intollerabile per un paese pseudo civile.

E mentre i genitori fanno ricorso al Tar per una bocciatura o si lanciano furibondi sugli arbitri delle partitelle paesane, i giovani virgulti imparano che nessuna contrarietà possa e debba essere accettata.

Questa è la nostra società che nella sua squilibrata marcia travolge gerarchie e doveri.

 

* ad inizio carriera un insegnante percepisce circa 1.350 E/mese x 13 mensilità. A fine carriera si può arrivare a 1.960E/mese

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