La terra è stata fortemente matrigna quest’anno per gli agricoltori del Lazio e del resto d’Italia.
Nella nostra regione possiamo parlare di una catastrofe che ha spazzato via in un colpo solo le punte di diamante delle nostre tipiche produzioni: nocciole e olive.
Abbiamo osservato da vicino grandi pezzi di campagna e parlato con alcuni agricoltori e il quadro che ne esce è da tragedia.
Per quanto riguarda le nocciole si stima un calo nella raccolta che va dal 60%-70% mentre per le olive e di conseguenza di olio si può parlare di un crollo del 35%-40%.
Lungo centinaia di ettari coltivati quest’anno molti non si sono nemmeno impegnati nelle raccolte.
Per chi vive sulla terra e non possiede grandi estensioni si parla di fallimento e di abbandono. A memoria d’uomo non si ricorda un’annata così sfortunata.
Anche la frutta non ha dato praticamente alcuna resa consegnando le tavole e il classico impiego delle provviste alla spesa al super.
Ma a fronte di quanto sopra e della botta economica che grava sul Lazio, ben più di 20 milioni malcontati, non si tocca con mano alcun ristoro concreto.
Vogliamo forse fare una distinzione netta tra città e campagna? fra attività commerciali, ristoranti, boutique e terra?
Diciamolo subito discutibili associazioni di categoria che vi consumate nei tanti comunicati stampa e che poi, alla fine realmente non siete in grado di sostenere gli agricoltori grandi e piccoli. Anzi soprattutto i piccoli. Quelli che magari del piccolo appezzamento vivono, fra colture e orticelli e che son quelli che alla fine tengono in vita decorosamente la nostra terra.
Inutile fare grandi proclami senza rendersi conto che se i piccoli mollano si apre una larga strada per investimenti esteri pronti a comperarci pezzo a pezzo, morso a morso. Già la grande mamma della Nutella, ossia la Ferrero, sta acquisendo enormi fette di territorio e, fin qui stiamo fra parenti, ma vogliamo davvero che arrivino i turchi e i marocchini a buttarci fuori dal nostro campo?
Da molte settimane sono partite le richieste (pagate a caro prezzo!) per i sostegni agli agricoltori sfortunati. Non si sono avute risposte di alcun tipo.
Anche per i contadini il bilancio si chiude con la fine dell’anno solare e a questo devono fare riferimento le varie associazioni, ma nemmeno negli enfatici comunicati si fa riferimento ad un concreto sostegno economico.
E questa sarebbe la rete di salvataggio di cui tanto si va parlando e di cui il governo si dovrebbe far carico e per la quale voi e la REGIONE, totalmente assente, dovreste battervi?
Da questa gente laziale e dalla sua terra si alzano mormorii di scontento e sfiducia. Tenetelo presente.
(foto: Anna Ricca)