Al ministro Lollobrigida l’agroalimentare lancia un Sos

L'agroalimentare italiano sopravvive in condizioni estreme. L'abbandono delle terre è sotto gli occhi di tutti. Da decenni i governi hanno infierito sul settore. Al ministro Lollobrigida si chiede di dare una svolta alla decadenza

Il nuovo ministero dell’ Agricoltura e Sovranità alimentare affidato a Francesco Lollobrigida si trova davanti vecchi e incancreniti ostacoli, perchè la produzione agricola e i prodotti del territorio non hanno mai goduto di grande attenzione e finaziamenti sufficienti dai precedenti governi.

In questa situazione forse non è necessario che il ministro sia un tecnico agroalimentare ma è fondamentale che sia un bravo e deciso politico in grado di difendere e di coordinare tutti gli elementi necessari a dare una valida prospettiva di lungo periodo al patrimonio agricolo e garantire una reale sovranità alimentare favorendo il consumo della produzione nazionale.

Gli ettari di verde in Italia sono circa 11,4 milioni, quasi il 40% della superficie nazionale. Purtroppo boschi e foreste si espandono molto velocemente a tutto discapito delle aree coltivate e produttive. Una vera agressione ed erosione delle aree agricole.

Il neo ministro deve saper gestire con grande cura i fondi del Pnrr dando agli agricoltori quell’attenzione che gli spetta e che finora è clamorosamente mancata.

Lollobrigida deve sentirsi uno scudo impenetrabile a tutela del made il Italy troppo spesso penalizzato dalla stessa UE e da quella mostruosità che è l’Italian Sounding.

Ci aspettiamo che il nuovo ministro sia in grado di intervenire nei confronti delle associazioni di categoria rimaste ferme e disunite per troppo tempo ed evanescenti nel serio sostegno al made in Italy.

La nostra agricoltura e la produzione alimentare deve tornare ad essere motivo di orgoglio e di soddisfazione economica per chi opera nel settore tanto da diventare attrattiva e redditizia anche per i giovani troppo spesso “distratti” dall’attuale reddito di cittadinanza.

Invertire la rotta della sovratassazione che rende quasi impossibile in molti casi continuare a lavorare e produrre. Troppi piccoli agricoltori abbandonano la terra perchè le imposizioni fiscali rendono vano qualunque ricavo.

Sembra di essere tornati al medioevo e alle gabelle quando i contadini venivano aggrediti economicamente dal feudatario che ne traeva cibo e rendita sicura.

Bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia, sulla fiscalità estremizzata e investire su quelle infrastrutture capaci di realizzare un piano di invasi per garantire acqua in tempi di siccità e moderare la sovranità, ormai insopportabile, delle cooperative e dei grandi brand cui si conferisce il prodotto ma che si arrogano, di contro, il diritto di gestire quantità e prezzi preferendo spesso prodotti esteri di minor qualità e garanzie ma sicuramente più economici

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