Siamo ancora in piena pandemia e la nostra vita ha il sapore di un lockdown autoimposto.
Difficile essere ottimisti quando tutto quello che ci circonda sembra remarci contro: dalla politica al cibo, dall’abbigliamento al prezzo delle case in vendita. Qualunque acquisto si desideri fare ci sfugge fra rincari e difficoltà.
Il mattino non ha più l’oro in bocca visto che il nostro primo caffè della giornata ha il sapore amaro del rincaro. Addio tazzina a 1 euro, ora quella che era una necessità o un’abitudine ci può costare anche 1,50 euro. Se non di più.
E il cornetto volato a circa 1,40 ci spinge a una dieta forzata. Giustificazione: il chicco è aumentato dell’81% nel 2021 e i rincari delle utenze pesano sui gestori come piombo.
Ma il peggio ci colpisce in pieno dagli scaffali dei negozi e dei supermercati da cui ogni merce ci sfida con i suoi inattesi e pesantissimi aumenti.
Tutti i beni di prima necessità costano, di botto e dappertutto, molto più di prima.
I rialzi maggiori riguardano, al momento, il settore ortofrutticolo con balzi in avanti che, in alcuni casi, raggiungono il + 200%.
Il carrello della spesa così pesante se unito all’aumento delle bollette energetiche e al caro carburante creano delle sperequazioni fra le classi sociali difficilmente rimarginabili.
Covid a parte sta diventando pesante anche andare al ristorante perchè tutti gli aumenti sopra citati finiscono nel piatto che abbiamo davanti o nel bicchiere dell’aperitivo.
Il Car (Centro Agroalimentare Roma) se da un lato fa notare i grandi rincari dall’altro ci ricorda che non tutto è perduto e che possiamo trovare frutta e verdura con prezzi addirittura ribassati.
Nel carrello dobbiamo imparare a mettere prodotti stagionali e non coltivati in serra e che, quindi, non risentono dei maggiori oneri di gestione. Il meteo, poi, non ha aiutato gli agricoltori le cui culture hanno subito il dramma delle gelate di primavera.
Roma, a differenza di altre metropoli, aveva una buona offerta alimentare a prezzi inferiori.
I grandi mercati rionali sono sempre stati un fiore all’occhiello della Capitale ma, ora anche lì fra i banchi si respira un’aria di corsa all’aumento.
Ovvio che tutti questi sbalzi nei prezzi si riflettano su qualunque merce in circolazione fino a toccare il mercato immobiliare per il quale si prevede un rialzo dei prezzi di vendita del mattone superiori del 15%.
E’ un momento difficile che rende oscura la quotidianità e che ci porta dritti filati in bocca ad una notevole inflazione.
Urgono manovre del governo per calmierare i prezzi e per evitare giochi speculativi.
E urge che nella nostra testa si faccia strada la certezza che abbiamo imboccato, nostro malgrado, una via a senso unico e piena di insidie.