Ama: quanto è sporco questo sciopero bianco

L'Ama non contenta del suo totale disservizio indice da ora fino al 15 giugno uno sciopero bianco che aggiungerà disfunzione al degrado di Roma. Siamo a un passo dall'emergenza

Seimila sono i dipendenti Ama e pare che ne servano almeno altri 1500, regolarmente assunti, perchè Roma non sprofondi entro poco tempo nelle cataste di rifiuti.

Fatta la premessa passiamo all’azione indetta che si chiama sciopero bianco e che interesserà tutte le aree, operative o meno e tutti i turni di lavoro, da qui al 15 giugno. Giusto in tempo per mostrare ai ritrovati turisti il volto più indecente della Capitale, giusto il tempo per far fare il giro del mondo alle foto che ritraggono la Città come un enorme immondezzaio a cielo aperto.

Dicevamo 6000 dipendenti di cui, però solo 2500 realmente operativi, altri 1000 risultano “parzialmente idonei” (e ci devono spiegare cosa vuol dire) e 300 totalmente non idonei. Il totale della conta fa 3800 e dei rimanenti 2200 non si hanno notizie.

L’Ama colpita dalle continue lamentele e dall’immagine che di essa cittadini e media danno si sente punta sul vivo e quasi offesa invece di provare a rabberciare la situazione indice il famoso sciopero con un logico peggioramento del servizio e della conseguente raccolta.

Ricordiamo, fa l’altro, che gli operatori ecologici hanno beneficiato del rinnovo del contratto di lavoro degli statali che prevede aumenti mensili e arretrati dal 1300 fino a 2500; i sindacati poi si sono battuti per una “premiazione” mensile per quei lavoratori attivamente coinvolti nel loro compito.

Fatti i debiti conti siamo portati ad immaginare che queste nuove elargizioni portino ad un impegno maggiore nella raccolta dei rifiuti tanto da avere Roma, non diciamo tirata a lucido ma, sicuramente meno degradata di oggi. Invece non si è notato alcun cambio di passo, anzi l’avvento dei turisti ha peggiorato una situazione già in bilico.

Ora si marcia tranquilli verso lo sfascio e l’emergenza.

Ancora nessuna “urna cineraria” e stata sostituita anzi fanno la loro ricomparsa i sacchi di plastica tempo fa giustificati come “antiterroristici”.

Il sindaco Gualtieri è tremendamente preso dalla ricerca di sbocchi alternativi al Tmb di Aprilia, del termovalorizzatore si parla un po’ meno e i cinghiali riposano in santa pace sui materassi gettati lungo la via.

A poco e niente è servito spostare i netturbini dalla periferia al centro perchè negli androni dei palazzi il vetro giace per settimane e mesi e gli scarti dei negligenti ristoratori, sotto questo caldo, si trasformano in untuoso percolato che lorda in modo irreparabile gli angoli delle vie.

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