Banche, filiali e bancomat in chiusura. Tragedia per molti

La banche chiudono a raffica filiali e bancomat per spingerci all'on-line estremo. Ma non tutti sono in grado di seguire i mutamenti che, oltretutto sono indecorosi visti i non rendimenti e i grandi costi sulle operazioni. Banca d'Italia tace

Per chi, anche seguendo certe pubblicità, considerava la propria banca come una succursale di casa, comoda e facilmente raggiungibile dove depositare i propri risparmi, confrontarsi e dove prelevare l’occorrente, oggi resta basito.

Le filiali degli istituti di credito stanno chiudendo a ritmo serrato e soprattutto Intesa S. Paolo non perde occasione per lanciare annunci, che ad alcuni possono, a dir poco, sembrare intimidatori: via i bancomat, via la filiale vicino a casa e al macero gli assegni…e, in parte, tutto questo sta avvenendo sotto i nostri occhi, quotidianamente.

Da un’indagine accurata e puntigliosa la maggioranza dei dirigenti bancari di tutto il mondo ritiene che il concetto e la presenza di filiali saranno indiscriminatamente destinate a sparire entro il 2026.

Una mazzata che avrà sicuramente serissimi contraccolpi e che vedrà un gran vortice e spostamenti di capitali.

Covid, nuove tecnologie, fusioni, piattaforme, ecc hanno spinto la trasformazione digitale e innescato un cambiamento sia nell’operatività bancaria e soprattutto nell’approccio del cliente ormai sempre più spesso digitalizzato.

Nessuno ci toglie dalla testa che tutto questo tourbillon di metamorfosi non sia una manovra impositiva per spingere i correntisti giovani e vecchi, favorevoli o contrari a rivolgersi sempre e solo all’on line sicuramente molto più redditizio per le banche.

Altra notizia tragica per i correntisti è, come dicevamo sopra, la chiusura dei bancomat che crea problemi infiniti: dagli spostamenti per trovarne un altro, alla perdita di tempo e ai rischi che si corrono durante e dopo il prelievo, senza contare i costi aggiuntivi che vengono applicati quando ci si rivolge allo sportello di un altro istituto.

Sicuramente più gravosa è la situazione dei piccoli e piccolissimi centri che improvvisamente si trovano a dover percorrere distanze, magari anche notevoli, per raggiungere una filiale o un bancomat.

Certo il graduale ma continuo passaggio dai contanti ai pagamenti elettronici, effettuati mediante l’utilizzo di carte di credito, carte di debito o mezzi affini sembra autorizzare le banche a supporre che il denaro liquido stia “morendo”. Ma questo vale solo per una certa fascia di persone e ghettizza al massimo le persone anziane o non digitali e gli abitanti dei centri minori.

Visto che i conti correnti non rendono un centesimo e che per ogni operazione bancaria ci sono dei costi anche sostanziosi questo cambio di rotta ci rende la vita molto più difficile e limita, secondo noi, l’operatività one to one che aveva creato negli anni saldi rapporti di fiducia tra operatori e correntisti.

Di fronte a tali sussulti ci chiediamo: ma Banca d’Italia dov’è?

La sua voce e il suo intervento sono completamente assenti e la sua presenza langue rispetto a queste trasformazioni che invece andrebbero supervisionate e chiarite agli investitori per non lasciarli in balia di decisioni frastornate che li allontaneranno sicuramente dagli istituti di credito a favore magari del solito materasso o degli uffici postali, presenti capillarmente su tutto il territorio e indubbiamente meno schizzinosi delle Banche.

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