Carceri strapiene e vecchie caserme vuote, il conto non torna

Le carceri italiane sono strapiene, detenuti e carcerieri vivono in condizioni precarie. I governi se ne lavano le mani quando abbiamo a disposizione milioni di edifici vuoti e abbandonati

Ad oggi il numero delle persone in carcere, in Italia, è circa 62.410 su una capienza di posti effettivi di circa 46.771 con un indice di sovraffollamento del 133,44%. Sempre ad oggi i suicidi negli istituti di pena sono 86 tra carcerati e personale addetto alla custodia.
Queste cifre, anche se in continuo divenire, ci danno l’idea della situazione detentiva italiana. Il sovraffollamento rende ancora più crude le condizioni dei carcerati e dei loro carcerieri. Secondo l’Associazione Antigone (associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”) 4 carceri su 5 sono sovraffollate e in condizioni manutentive inqualificabili. Regina Coeli, ad esempio, si è sviluppato su un complesso del 1654 con una ristrutturazione che va dal 1881 al 1891, mura e spazi antichi che si portano dentro l’ingiuria del tempo.

In questi luoghi difficilissimi devono convivere detenuti e agenti, entrambi vittime di un censurabile sistema gestionale che li accomuna.

Già perchè a nessuno importa di queste figure invisibili e moltissimi giustificano la loro condizione con il concetto:” hanno sbagliato e devono pagare”. Come a dire ad ogni reato la giusta pena. E fin qui ci siamo.

Ma il punto malsano non sono tanto le punizioni quanto le condizioni di vita, lunghe magari mesi ed anni, che gli imputati devono trascorrere.

E dal punto malsano passiamo a chiederci perchè i nostri governi di ieri e di oggi non hanno praticamente mosso un dito per costruire nuovi istituti di pena, perchè non investono per adattare edifici disabitati per adibirli al nuovo ruolo.

In Italia ci risultano circa 2 milioni di edifici abbandonati + 7 milioni di case vuote, 20 mila sono le fabbriche dismesse e 100.000 i capannoni vuoti in attesa di un possibile acquirente e poi, nota dolentissima, mettiamo nel conto anche e soprattutto le circa 1.500 caserme inutilizzate da quando è stato abolito il servizio di leva, e più di 70 manicomi chiusi e fatiscenti; tutto questo per un totale di circa 10 milioni di mq completamente inutilizzati.

Se fossimo al bar potremmo dar sfogo a tutto il nostro veleno ed arrivare a dire, per esempio, che i danari per il chimerico ponte sullo stretto andrebbero indirizzati verso il problema carceri. Per esempio.

E ci accodiamo a quanto detto dal procuratore Nicola Gratteri che propone di trasformare le caserme vuote in carceri. Lavori impegnativi? Certo che si, ma necessari perchè l’Italia non sia il fanalino di coda del sistema penitenziario.

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