Espatriatore seriale, fuggitivo last minute, disertore recidivo, il terrorista Cesare Battisti pare nuovamente sfuggito alle mani della Giustizia Italiana. Dopo anni di tira e molla il Brasile finalmente decide di restituirci il pluriomicida degli anni di piombo. Bolsonaro non ha più nessuna voglia che il suo paese passi per il Paradiso dei criminali stranieri. L’estradizione, per quanto, vergognosamente tardiva è di fatto un atto esclusivamente politico. Che, però, non basta a cancellare
gli scandalosi lunghi anni che Battisti ha passato, più o meno tranquillamente, in Brasile come rifugiato con diritto d’asilo! Ma quello che ci fa, davvero, rimescolare il sangue è la probabile ed evidente rete di connivenze di cui il delinquente gode. Questa volta, ancor prima che il giudice emettesse parere favorevole all’estradizione e il 64enne Battisti era già sparito. Come sempre nel corso della sua vita da evaso. Ma chi può aver dimenticato gli anni di piombo? chi può negare la strategia della tensione? chi può giustificare le decine cadaveri che le varie sigle estremiste si son lasciate dietro? Fa rabbrividire l’Italia intera pensare che questo criminale che così profondamente ha ferito la nostra nazione, possa avere dei “fiancheggiatori”. Vorrebbe dire che il periodo più buio che l’Italia abbia mai attraversato, mostra ancora delle braci sotto la finta coperta della cenere. Se così fosse saremmo morti, avremmo pianto e vissuto nella paura per niente. Oggi, siamo convinti che l’unico pericolo mortale abbia una sola acustica “Allah Akbar”. Ma l’improvviso e imprevedibile nuovo tentativo di fuga di Cesare Battisti apre la porta a troppe spaventose incognite.
Cesare Battisti: qualcuno lo favorisce?
Il Brasile non fa in tempo a pronunciare la parola "estradizione" che il pluriomicida sparisce. Ma chi ha il coraggio di aiutarlo e facilitarne la fuga?