Corriere della Sera, quando due multe fanno notizia

Due moto parcheggiate fuori posto e giustamente multate fanno notizia tanto da metterla sul CdS. Di più non si sa e non saprà mai. Se il giornalista seguisse il caso ne vedremo delle belle

A Roma tutto può accadere, tutto può fare notizia e tutto può finire sui giornali con tanto di titolo civetta.

E così le multe a due moto parcheggiate fuori legge finiscono in pagina come se si trattasse di un fatto sconcertante e strano.

Le moto erano sui parcheggi per disabili ben accompagnati da una Porsche munita dell’apposito contrassegno salvatutto.

Tutto può accadere ma questa brutta storia delle auto di grossa cilindrata munite dell’apposito tagliando dei portatori di handicap è una delle tante reiterate vergogne della nostra Città. E’ mai possibile che i disabili siano intestatari di veicoli di cilindrate ben superiori ai 2.000? E’ tutto un intrigo tra chi, sentendosi ganzo, chiede il certificato e il medico disonesto che rilascia il tagliando. Poi scopri che l’auto è intestata alla nonna di 102 anni regolarmente posteggiata in una RSA.

Se oggi siamo arrivati al punto che due contravvenzioni fanno notizia, non sul giornalino di quartiere, ma sul Corriere della Sera, bè vuol dire che abbiamo grattato il fondo del barile del giornalismo e che anche a cercare con la lente d’ingrandimento questa grande profusione di novità non esiste proprio.

I filoni di scrittura sono ben pochi e ormai micragnosi: Covid (in netto calo), cinghiali (in stallo) e guerra in Ucraina (non più da prima pagina).

E’ triste per chi, scelto di fare il giornalista, si illudeva di diffondere varie novelle, di informare e di accendere il faro su fatti e fattacci che avrebbero potuto restare nascosti fra le pieghe dell’indifferenza.

Ma mettetevi nei panni di un serio professionista che dopo anni e anni di cronaca di deve aggrappare a due multe due per sbrigare il suo compito quotidiano. Nemmeno Fantozzi avrebbe retto a tanto sfregio.

Comunque le contravvenzioni sono state elevate e tanto ci piacerebbe sapere se, quando e chi le pagherà. Probabilmente nessuno, perchè l’inghippo sogghignante e scaltro c’è sempre e
difficilmente leggeremo l’iter dell’intera faccenda.

A meno che il collega del CdS si metta nei panni dell’inviato di guerra e faccia di questa misera notizia la prima vera indagine capitolina

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