Degrado Roma, i turisti scappano

I turisti scappano da Roma che giudicano "un immondezzaio a cielo aperto". In Campidoglio nessuno sembra rendersi conto che le cose debbono cambiare in fretta

Noi Romani dalla Capitale non possiamo scappare e ce la dobbiamo vivere così com’è nel fasto dello spettacolare inarrestabile degrado.

Ma i turisti la fuggono e scelgono altre mete meno problematiche e sudice.

Ad inizio estate erano suonate le campane a festa per il grande afflusso di visitatori; 2 milioni di presenze che avevano riportato alla mente il glorioso periodo pre covid. Invece ora gli alberghi non possono far altro che prendere atto della raffica di disdette.

Non si grida a gran voce ma le rinunce pare si aggirino già tra il 20 e il 30% delle prenotazioni.

La ragione del cambio di meta dei turisti è la situazione nella quale Roma è costretta a vivere fra cassonetti stracolmi e puzzolenti, mezzi pubblici quasi inutilizzabili, taxi in sciopero duro e metro che chiude all’ora delle galline.

Quante volte l’abbiamo detto e scritto; per fare grande una capitale non è sufficiente un’immensa mole di monumenti serve anche un corollario di servizi funzionanti e l’impressione di ordine e pulizia che ti faccia sentire ben accolto.

Per i social e i media stranieri la nostra Città è diventata ormai una delle più brutte cartoline dall’Italia.

Come possono sospirare e sognare di venire qui se le immagini che girano in rete sono quelle della monnezza, delle architetture storiche sommerse dalle erbacce e violentate dai vandali, del cibo precotto e strapagato, di via Condotti invasa dai vu’ cumprà e delle magre forze dell’ordine assolutamente inoperose?

Qualcuno su facebook scrive “Roma è un immondezzaio a cielo aperto” e non è il solo.

Su al Campidoglio pensavano, forse, che i turisti arrivassero forniti di occhiali fantastici capaci di cancellare lo squallore e adatti a tingere di favola il reale degrado? pensavano che solo i Romani vedessero i gabbiani becchettare famelici e rissosi nei sacchi dell’immondizia? pensavano che solo a chi paga la Tari fosse concesso il placet di scavalcare i rigagnoli di percolato lungo i marciapiedi?

Vogliamo parlare dell’oscenità che accoglie il visitatore che arriva a Termini dove al posto dei taxi ci sono montagne di cartoni e coperte e lo splendore di Villa Pamphilj è cancellato dalla moria, per mancanza di acqua, di pesci e tartarughe abbandonate in quello che una volta era il lago del Cigno.

Pare che solo Roberto Necci vicepresidente di Federalberghi si renda conto che i social stanno facendo da cassa di risonanza infausta per Roma, dove i commenti malevoli dei visitatori stranieri girano declassando giorno dopo giorno la Capitale.

Se le cose non cambiano aggiunge Roberto Necci è probabile che molti hotel avranno un agosto nero. E noi con loro.

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