I dehors a Roma da scelta emergenziale sono diventati una vera emergenza cittadina. Finito il Covid, che aveva suggerito questa opzione adatta a dare ai locali una possibilità di sopravvivenza, non si vede la necessità di lasciare ancora gli spazi per consumazioni all’aperto per la sola comodità dei turisti ma con l’aggravio dell’indecenza del centro storico (patrimonio Unesco), dell’impraticabilità di molte vie e della rabbia sacrosanta dei romani.
E infatti i cittadini sono infuriati contro la prevista deroga per i dehors e sono pronti a tutto purché il provvedimento che permetterà a bar ed ristoranti di conservare fino alla fine del 2024 tavoli e strutture «emergenziali» (passato nel Ddl Concorrenza al Senato) non venga definitivamente approvato.
Ma il Giubileo è vicino, l’afflusso dei pellegrini previsto imponente e vedrete che i tavolini resteranno lì dove sono e anzi, a occhio e croce, aumenteranno. Ma che lo dicano chiaramente ‘sti politici capitolini.
Varie lettere di protesta sono partite all’indirizzo del presidente Sergio Mattarella e di Giorgia Meloni presidente del Consiglio anche se, alla fine, tutto dipenderà dal sindaco Roberto Gualtieri e dai singoli Municipi. Il 18 novembre ci sarà una manifestazione in piazza Mastai che vuol dare voce al disgusto di oltre venti comitati, da Trastevere a Monti, da piazza Bologna, al Celio, da Prati ed a Città Giardino. Disgusto che ormai ha toccato un punto di non ritorno perchè gli indecenti accrocchi oltre ad essere fonte di monnezza danno supporto alla malamovida che ha trasformato le notti di molti romani in incubi.
La presenza dei dehors è diventata invasiva, dannosa e molto spesso pericolosa. Forse che il Campidoglio ha bisogno di incassare la tassa di occupazione del suolo pubblico?
Vi ricordate quando, pochi anni fa, la vigilanza urbana girava con metro, gessetti e adesivo bianco per delimitare in modo inconfutabile gli spazi concessi ad ogni singolo locale? Quegli stessi adesivi sono spariti con operosa velocità e da allora nessuno mai è passato a fare dei controlli e a dare delle gigantesche multe, tanto che a Via del Babuino non si riesce più a camminare sui marciapiedi ma bisogna scendere in strada per aggirare tavolini, sedie e camerieri.
Magari nella mente degli occupanti della sede di Roma Capitale anche questi accalappia-turisti fanno atmosfera e colore ma, per i mezzi di soccorso o, semplicemente, per gli sgangherati mezzi Ama il passaggio è impossibile.
Ormai tutti gli esercizi hanno capito che nessuno mai controllerà e quindi via con le pizzerie al taglio, con i take away unti e bisunti, le gelaterie prive di bidoni per gli incarti e via con qualunque cosa possa essere mostrata e venduta sul pubblico passaggio e se continuerà a peggiorare in questa decadenza, soprattutto, il centro storico, direi anche, proprio, via dalla Città Eterna noi residenti vittime del cancro del malgoverno che da decenni affligge Roma ormai scivolata ben sotto il livello di vivibilità
foto di Antonio David Sinopoli per Radiocolonna