Gigi Proietti “profeta” del degrado di Roma

Il grande attore parla del suo teatro, del suo lungo appassionato lavoro e del cambiamento (in peggio) di Roma e dei romani

Gigi Proietti in una lunga intervista al settimanale 7 (CdS 28.06.18) oltre a raccontarsi parlando del proprio lavoro, travolgente, multiforme e densissimo lascia ampi spazi per la politica e soprattutto a quella che “gestisce” Roma.

Due frasi saltano fuori, pesanti come sentenze, dal colloquio. La prima “…Non farei mai il Sindaco della Capitale, ci vuole troppo coraggio. E poi i romani…” e a seguire “…(i romani) non li riconosco più. Sempre arrabbiati…ma ‘ndo’ vanno? ‘Ndo corrono?”. Da soli questi due incisi valgono l’immagine e la realtà della Città eterna.

Lui romano de’ Roma diventa quasi un estraneo a casa sua. Tutta Roma è cambiata e sta cambiando giorno dopo giorno, in peggio ahinoi!. Ma in cosa cambia? Nel nulla. Il suo immobilismo ormai incancrenito da anni, i baratri delle municipalizzate, gli scandali, la corruzione, le mafie che si arrampicano fino ai piani alti, il fallimento di ogni progetto regolarmente smentito dal nulla di fatto (pecore comprese), questo ha cambiato i romani. Questo li ha “disillusi e mortificati”.

I romani non sono sempre e solo arrabbiati, signor Proietti. Ai romani gli rode di essere presi per i fondelli quotidianamente. Gli rode che si parli tanto di raccolta differenziata e che i cassonetti stracolmi di ogni male possibile restino immobili lungo le strade come fossero installazioni artistiche.

E poi Lei signor Proietti con quella scenetta dove “con una coccia di cocomero in mano, circondato dai cassonetti dice Aooo, se non mi togliete ‘sti cosi di torno ci butto dentro la buccia del cocomero“! ha capito tutto. E così è, effettivamente.

Quando una città se ne frega del decoro e del benessere dei propri abitanti alla fine i cittadini che si sentono abbandonati si rompono e menefreghisti diventano pure loro. Ecco perchè Roma affonda in se stessa. Bisogna dare tutto al pubblico (come in teatro) perchè gli spettatori/cittadini decretino il successo di uno spettacolo e del protagonista.

Nella Capitale nessuno da niente ai cittadini che si trasformano in spettatori di un continuo flop.

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