Giovani: quanto costa il tuo outfit?

Ragazzi persi a rincorrere brand per ogni cosa che indossano. Migliaia di euro per essere fighi e avere una ragione di vita questo è il loro format: quanto costa il tuo outfit?

Quanto costa il tuo outfit?

Video e moda lanciata su You Tube e importata direttamente dall’Inghilterra.

Uno dei format più assurdi e maledettamente diseducativi che mente umana abbia mai potuto concepire.

Il giochetto, che vanta migliaia di followers, consiste nel fotografare dei giovani che mostrano con orgoglio e spudoratezza ogni singolo capo che indossano. Naturalmente la base è lo streetwear ma talmente intossicato da influencer e passa parola da essere diventato un frullato di mille mode e modi.

I giovani vengono avvicinati e ripresi mentre fanno vedere cosa vestono, dalle scarpe alla felpa, dal cappellino alla cintura specificando marca, modello e prezzo.

Dato che a volte i fuori di testa modaioli scarseggiano gli youtuber hanno una corte di ragazzotti, sistemati ad arte, nella quale pescare a mani basse.

Gli ideatori del format si autoassolvano dicendo che vogliono “premiare il ragazzo che si veste meglio”.

Ma gli stessi video raccontano una realtà ben diversa: non meglio ma più firmato e più ricco. E il tutto diventa inevitabilmente un nuovo modo di pubblicizzare i marchi top. Perché di quelli si parla e solo quelli vengono immortalati.

Anche la definizione “streetwear” centra ben poco con il format. In quanto costa il tuo outfit s’è persa completamente l’anima dell’abbigliamento casual e anche “minimo” proprio degli abbinamenti “da strada”. Qui si cerca il massimo impatto fashion ed fanaticamente logato.

Questo ci mette un dubbio in testa: ma dove prendono tutte le migliaia di Euro che servono per diventare un modello filmabile e trainante per il resto del gruppo? E’ ipotizzabile che alle spalle ci siano genitori molto ricchi, a loro volta fashion victim, o ragazzi che lavorano col solo miraggio della felpa brandizzata, oppure giovani che vivono del resell più sfrenato.

Comunque sia questo format mostra dei limiti molto seri che appaiono evidenti senza scomodare dei filosofi o degli psicologici.

Il giovane non sceglie più di valere per quello che è o che produce ma assume il solo valore di quello che indossa.

Non per niente esistono gli influencer abilissimi nella continua sostituzione a bomba l’oggetto del desiderio. E i brand che a ciclo ininterrotto buttano sul mercato novità irrinunciabili.

Ultimo quesito (più che logico) : chi mi garantisce che gli outfit fotografati siano realmente originali o, invece facciano parte di quel mercato parallelo fatto di falsi che replicano alla perfezione l’autentico?

Comunque sia, e lo ripetiamo ancora una volta, questo format è un diabolico esempio di quello che non dovrebbe essere l’informazione, la moda e la formazione di un mercato consapevole e coerente.

 

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