Giovani teppisti e assassini senza sensi di colpa e rimpianti e vergogna

Vite perse ancora prima di essersi presentati. I giovani di oggi abbandonati all'affanno di infilare un giorno dopo l'altro. Crudeli assassini senza rimorsi nè pentimenti. Famiglie senza valori che danno il cattivo esempio

Sono giovanissimi, quasi piccoli ma fanno delle vite da adulti. Cresciuti nella fretta del distacco da nuclei familiari impreparati e senza voglia di seguirne e indirizzarne il percorso riempiono sempre più spesso, con le loro nefandezze consumate come fossero azioni di poca rilevanza ,le cronache quotidiane.

La violenza, sempre più diffusa e disumana, diventa tra i ragazzi non solo una modalità di vita ma anche un nuovo linguaggio, dove gli egoismi prevalgono sempre più sull’empatia e la solidarietà e dove l’affermazione di sè e la spregiudicatezza diventano valori forti e reali. D’altronde ben pochi valori alternativi riempiono le loro giornate.

E se il padre prende a noleggio la supercar e la tira a tavoletta ma deride l’obbligo di allacciare la cintura di sicurezza cosa vuoi che si definisca come valore e termine di paragone nell’immaginario da replicare nella mente del giovane bulletto? E quando sulla pagella di chiusura anno ti trovi un bel 9 in condotta anche se hai sparato “rubber bullet” in testa alla prof, vuol dire che hai fatto niente di male e che puoi e devi continuare così.

Intanto a Primavalle va in scena l’ennesimo femminicidio: 17 anni lei, ormai cadavere, 17 lui, ormai assassino e con precedenti per aggressione; una piccola storia, forse un debito minimo, forse una canna, una ventata di rabbia mostruosa e un coltello da cucina. 6 coltellate furiose, il sacco nero dell’immondizia e via con il carrello del super per  trasportare il cadavere insieme ad altra spazzatura.

Gang dal coltello facile, botte fra coetanei, devastazioni, pugni e calci e alla fine troppo spesso arriva il morto.

Agli interrogatori che seguono, questi individui difficilmente si fanno prendere da rimorso e pentimento pronti, invece, a postare subito sui social l’ultimo atto che li vede protagonisti.

Non danno spiegazioni valide ma arruffano bugie e misere interpretazioni.

Quei genitori che non hanno mai saputo dire ai bambini un NO, per paura di crescere figli “diversi”, sono gli stessi che non dicono NO alla vita notturna, al sesso prematuro, alle piazze alcolizzate dove si passano le serate. Questi genitori pensano che dando tanto di tutto vedranno fiorire giovani iperfirmati e così pateticamente uguali a tutti gli altri.

Eppure anche oggi che gli illustri studiosi parlano di questa mostruosa deriva umana incolpano, come d’uso: il lockdown e il vuoto che ci ha scavato intorno, la sfrenata dipendenza dai vari devices e l’inadeguatezza della scuola.

Noi che non siamo psicologi e non pretendiamo di leggere negli arcani della mente umana, guardiamo ai fatti così come sono, e ne pesiamo i risultati.

Quella cosa che si chiamava educazione e formazione, quel quotidiano confronto con i figli, pesante si ma, spesso salvifico, quel mondo di valori (anche economici) si è come polverizzato a favore di una vezzeggiata indifferenza e dell’omologazione sfrenata.

Risultato: cambio di scena nel nostro panorama umano che non sappiamo proprio come affrontare.

 

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