Gualtieri, secondo rapporto senza fantasia

Il sindaco Roberto Gualtieri illustra il 2° rapporto sulle attività svolte a favore di Roma. Esposizione chiara ma quasi sempre coniugata al futuro. Un one man show riassuntivo ma senza traccia di un piano programmatico complessivo che possa dar speranza alla Capitale

Il sindaco Roberto Gualtieri tiene il suo 2° rapporto sull’attività svolta dal Campidoglio a favore e a sostegno di Roma.

Uno stato della Città che avrebbe dovuto riassumere in 37 pagine, lette tutto d’un fiato, tutte le iniziative e i traguardi raggiunti dalla sua Giunta e dai 15 Municipi.

Peccato che nell’ora e 15′, circa, il monologo sia stato sempre coniugato al futuro, tanto da rendere il rapporto come una somma di atti ipotizzabili e avveniristici.

Così, nella sala Petrassi, la più piccola dell’Auditorium, con 700 posti, non del tutto occupati, è andato in scena l’one man show di Roberto Gualtieri sindaco, ancora in carica, di una Capitale in caduta libera che si regge non sul presente ma solamente su un passato forte di secoli e di storia. Una cronaca puntuale letta con abilità per mantenere l’attenzione del pubblico e che gli è costata stancanti prove. In prima fila ad ascoltarlo i rappresentanti delle istituzioni della città e in ultima fila la stampa a cui non è stato concesso alcuno spazio per le domande.

Da questo monologo appare chiaro che il primo cittadino ha una gran considerazione di sè, del lavoro svolto e delle mete raggiunte; non vorrebbe parlare di cifre ma, alla fine e per forza, il discorso va a parare lì non fosse altro per le continue sollecitazioni al Governo centrale perchè sostenga con maggiori contributi Roma che, è evidente, da sola non ce la fa. Lungo l’elenco dei progetti futuribili e che, ben che vada, verranno portati a termine nei prossimi dieci anni con gran trasformazione della Capitale. Accenno alle opere che stanno bloccando la vita della Città e che Gualtieri giustifica così:”senza cantieri non ci sono disagi, ma non c’è nemmeno futuro”, arriva poi il sogno della metro D, del termovalorizzatore e dei biodigestori, segue un frettoloso accenno ai contestatissimi dehors per i quali si favoleggia di un progetto generalizzato perchè gli spazi esterni non deturpino e sviliscano la Città ma, non una parola sulla deroga ai medesimi e sulla sua auspicata fine. Altra ardita digressione sulla piaga che impesta Roma: i rifiuti, che a detta del sindaco finiranno in una miriade di nuovi cassonetti (sempre su strada) e su infiniti nuovi cestini, di cui si era già tanto parlato mesi fa ma che nessuno ha mai visto. E poi l’acquisto di nuovi treni, dei nuovi tram e gare per le nuove tramvie e l’avvio dei nuovi autobus. Salto a piè pari sullo spinoso problema della Ztl. Investimenti notevoli per la realizzazione di nuove biblioteche ma zero sulla continua chiusura di edicole e librerie, anche storiche, che penalizza la Capitale e i suoi abitanti. Tutto questo e altro ancora è condito da una rassegna di curatissimi rendering che rafforzano il futuribile raccontato dalle parole. Un rapporto preciso ma, va sottolineato, senza quella fantasia che sarebbe necessaria per affrontare il salto di qualità fondamentale per prevenire i problemi, anziché farsi soffocare come sta avvenendo, dalle troppe cose da fare tutte insieme. Non solo, ma da questo monologo non esce mai un disegno, un piano a lungo termine per la nostra Città. Un rapporto privo di fantasia.

 

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