E’ lunga la discussione e la battaglia sulla continuità della presenza dei dehors nella Capitale.
L’assessora al commercio Monica Lucarelli, appena insediata, ribadisce chiaramente la linea da seguire sull’ampliamento dell’occupazione, da parte di pubblici esercizi, di porzioni di plateatico. Fino alla fine dell’anno si continua sulla traccia seguita durante la pandemia: più spazio ai tavolini e ai dehors su marciapiedi e strisce blu. In seguito si deciderà come proseguire.
In sostanza molte zone di Roma, soprattutto quelle del centro, potranno diventare delle grandi sfilate di tavoli e tavolini che, senza grazia e uniformità, occuperanno molto dello spazio vivibile.
Diciamola tutta l’accrocco di sedute che troviamo in buona parte del Tridentino, nulla ha a che fare con il concetto reale di dehor, che dovrebbe avere una propria pavimentazione, un arredo, una protezione perimetrale ed una copertura. In questo modo si realizza un’area in cui i clienti sono al riparo da intemperie, il tutto in un’atmosfera invitante.
E a voi sembra che quel susseguirsi di appoggi che riempiono le vie centrali abbiano queste caratteristiche?
Gli spazi esterni a Roma sono pochissimo accoglienti, vivono a stretto contatto con il passeggio e peggio che mai con il traffico. Come se non bastasse sono spesso posizionati in modo tale da impedire il transito dei mezzi di soccorso.
E’ d’altronde confermato che l’aver consentito, durante la pandemia, a bar e ristoranti di allargarsi verso l’esterno è stata un’ancora di salvezza per i pubblici esercizi.
Ma, alla fine, è successo esattamente quello che recita il vecchio detto “gli dai un dito e si prendono il braccio” e così, in alcuni casi, l’esercizio con baracca e burattini si è spostato “fuori”.
Forse vi ricordate: ci fu un tempo, non lontanissimo, in cui su decisione della Giunta i vigili giravano per la Città con tanto di metro e nastro adesivo bianco per delimitare gli spazi di occupazione di suolo pubblico come da REGOLAMENTO.
I segni sono spariti completamente e anche i vigili pare abbiano altro di cui occuparsi…
Gli introiti derivanti dalle tasse sul plateatico si rivelano, per il Campidoglio, assolutamente esigue e sproporzionate.
E’ ovvio che gli indici andranno rivisti e questo ci costringerà a subire nuove ed infinite manifestazioni di gestori furiosi.
Ma c’è di più, queste mangiatoie all’aperto producono una quantità infinita di spazzatura che non gode certo di una raccolta dedicata.
Intanto ai tavolini esterni si stanno aggiungendo: le pizzerie al taglio, le paninerie al volo, le “cartoccerie” che, se da un lato fanno molto America take away, dall’altro penalizzano ulteriormente la serietà dei ristoranti classici, il miglioramento dell’aspetto della Città e generano montagne di rifiuti che finiscono regolarmente fuori dai cestini.
E, a noi, tristemente impotenti non resta che augurarci che sindaco e giunta riescano a vedere tutte le negatività generate da molte di queste scelte e ci mettano, almeno temporaneamente, una toppa.