Caput Mundi, il mall per il Giubileo deve ancora crescere

E' costato 10 milioni e si autodefinisce "un'esperienza al centro del mondo" ma al momento ha il sapore di un'opera incompleta che non colpisce il target immaginato

A due passi dal Vaticano ha aperto, dopo vari annunci, il mall Caput Mundi.

Al 5° ed ultimo piano del Terminal Gianicolo gode di spazi davvero incredibili (più di 5000 mq) che per ora ospitano una serie di 40 marchi che non guardano affatto ai grandi brand, come ci si potrebbe aspettare ma a realtà ben più piccole e in parte nuove per il nostro mercato. Le accomuna spesso una certa attenzione a temi etici quali la sostenibilità e la solidarietà. Sono per lo più marchi Italiani orgogliosi di usare materie prime e produzioni nazionali.

Appena inaugurato e aperto giovedì 16 marzo al pubblico è ancora, per Romani e turisti, una realtà che per decollare avrà bisogno di tempo, impegno, passa parola e pubblicità.

Cresciuto nella speranza di ospitare i 35 milioni di pellegrini del Giubileo del 2025 il mall deve ancora togliersi di dosso quell’odore di nuovo e l’impaccio iniziale dei commessi.

Caput Mundi è costato ben 10 milioni e si svolge su spazi del Vaticano che però non ha nulla a che fare nè con la gestione nè, soprattutto, con la parte economica.

La sintesi della nostra lunga visita suona in parte da contro canto rispetto ad altri articoli.

L’ingresso da Via Urbano VIII è il classico accesso ad un parcheggio sotterraneo e senza indicazioni specifiche ci si trova a vagare fra auto parcheggiate e in manovra. Solo una persona sa indicarci la via: ascensore, tasto 5 (senza nessuna scritta Caput Mundi), grande atrio e infine il mall.

Nell’immensità sono stati posizionati i vari corner, in parte ancora in fase di completamento. Mondadori, ad esempio, è solo una grande insegna su un pannello e nient’altro. Alcune belle sculture aprono la strada agli spazi commerciali. Grande l’area di Sony con il suo megaschermo acceso.

Ci colpiscono sicuramente l’azienda torinese Cannadibambù che lavora fibra di bambù con plastica riciclata da bottiglie recuperate nei mari e che collabora anche con il progetto di moda solidale Made in Carcere. Poi Nato Tondo con i suoi taralli fatti a mano e le ceramiche. CandyLand mostra dolciumi vari e coloratissimi.

La decantata area “pranzo”, da quello che abbiamo potuto dedurre, ospita un unico brand conosciuto e degno di nota: Basara; un sushi già presente alla Rinascente di Milano e di alto livello.

Un duty free (per viaggiatori in possesso del biglietto di ritorno) e un super market. Tutto di dimensioni e offerta veramente ridotta vorrebbero farla da padroni.

Nel nostro giro non abbiamo incontrato praticamente nessun visitatore e solo un mini drappello di turisti che, dietro la guida hanno percorso velocemente gli spazi senza fermarsi in nessun corner.

Sicuramente saranno stati fatti molti sforzi e molti studi di marketing per arrivare ad aprire Caput Mundi ma certo che visto così, com’è ad oggi, appare inadeguato e per nulla attrattivo.  Certo all’inizio del Giubileo manca ancora sufficiente tempo per renderlo accattivante e degno di essere visitato.

 

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