No non parliamo di dazi, o perlomeno non ne parliamo in termini tecnici e lasciamo agli esperti e ai soloni della materia andare a tentoni nell’ovvia nuvola di totale incertezza. Noi possiamo solo masticare amaro perchè l’immagine e la tangibilità di quello che per centinaia di anni ci ha illuso come “sogno americano” in pochi giorni si è trasformato in un incubo a tutto tondo.
Donald Trump e Elon Musk da miti miliardari, cambiata la maschera elettorale, si mostrano per quello che sono: reazionari, falsi condottieri, affamatori di popoli e probabilmente non lungimiranti gestori anche del proprio elettorato.
Musk, che vada su Marte o meno, qua sulla terra, in video, al congresso della Lega sciocca tutti con questa frase:”Gli attacchi con vittime si susseguono. Questo porterà a un vero massacro in Europa. Le vostre famiglie, i vostri figli e i vostri amici sono tutti a rischio. I numeri parlano chiaro”. Ma crede forse che per il terrore dei dazi Usa si arrivi alla guerra civile? Pensa probabilmente che noi o Tesla o niente? O con il suo capo è convinto che sia venuto il momento di sfoltire gli abitanti della terra? Questo orrore è già stato compiuto con il genocidio indiano (Indian Holocaust, American Holocaust) quando tra la fine del XV e la fine del XIX avete fatto fuori circa 100 milioni di nativi delle Americhe; Norimberga era di là da venire, ma la memoria storica non si cancella.
Lo ammetto: io sono stata per tutta la vita una fedele sostenitrice degli Usa, ma davanti a tanta boria, a tanto teatro, a tanta presuntuosa arroganza sono costretta ad ammainare la bandiera a stelle e strisce.
Le borse sono crollate sia da noi che a Wall Street che nel resto del mondo e questo porta gramo a tutti. Aumenteranno tutti i prezzi anche in America e se tanto mi da tanto costringeranno le classi meno abbienti a comperare solo i cibi spazzatura che sono i meno cari.
Li abbiamo visti gli assalti ai supermercati del nuovo mondo per procurarsi le merci che fra poco saranno troppo care o, addirittura, inesistenti. E’ possibile che a Maralago queste immagini non arrivino come non giunga voce degli autosaloni Tesla vandalizzati o delle stesse auto che, per non venir sfregiate cambiano il simbolo con quello di Audi.
La Cina non si impressiona più di tanto, un bel pezzo del debito americano è in mano sua e in più prende contromisure con prelievi doganali al 34% sui prodotti americani.
The Donald non ha capito che troppi muri, troppi ostacoli portano alla contrazione dei rapporti e degli affari che per una nazione vuol dire protezionismo, ma lui non è Robinson Crusoe, gli Usa non sono un’isoletta sperduta e gli americani devono pur mangiare.
Nel 1930 entrò in vigore lo Smooth-Hawley Tariff Act, un piano di dazi sulle importazioni dall’estero. Con questo atto di protezionismo economico il presidente Hoover pensava di fare quello che ammalia Trump: sostenere le esportazioni e ridurre le importazioni, aumentando la produzione domestica e i posti di lavoro; non andò così e l’America si trovò davvero sull’orlo del baratro. Adesso questo presidente ci riprova e sarà, probabilmente e nuovamente crisi nera.
Ultima cosa: avete letto dello youtuber vagabondo e schizzato (Mykhailo Poyakov 24 anni) che zitto zitto sbarca sull’isola inviolabile di North Sentinel dove vivono circa 250-400 individui più che protetti e lascia a testimonianza della sua raggiunta civilizzazione una lattina di Diet Coke… una metafora del nostro ieri che possiamo traslare al nostro oggi