Facciamo un’ipotesi, quasi un gioco, ma carico di considerazioni, aspirazioni e necessità.
Abitiamo in una grande Città, che chiameremo X, che è anche una Capitale con 3 mln di abitanti, che tutto il mondo conosce e che tutto il mondo invidia.
Una Città fra le più belle e ricche di storia di tutto il pianeta. Ma ad oggi, ahimè, ridotta ad un agglomerato di carenze, di impervietà e invivibilità che anno dopo anno si sono stratificate tanto quanto lo sono la sua storiografia e le sue immense meraviglie. Le une non sono più districabili dalle seconde, anzi, vanno erodendole più di quanto abbia potuto fare il passaggio del tempo.
Nella Capitale X fra poco si deve eleggere un nuovo sindaco e guelfi e ghibellini, attraverso i candidati prescelti per la corsa, mostrano tutta l’inadeguatezza di cui può essere capace una classe politico/governativa.
E a noi che, non vediamo la famosa luce in fondo al tunnel, viene spontanea una domanda: ma io che Sindaco vorrei e ancora di che Sindaco ha bisogno questa Città per fare il primo passo verso la rinascita?
Viste le condizioni della comunità presa in esame, è venuto il momento di affidarsi ad una figura di gran valore che porta in dote esperienze e conoscenze. Una personalità forte, non solo a parole ma anche e soprattutto ad azioni che non possano mai diventare merce di scambio, di favoritismi e di pastette vergognose.
Una persona libera di pensare e agire, insomma.
E a ben guardare in effetti gli ultimi sindaci non sono stati un chiaro esempio di attivismo e linearità. Anzi una vera iattura.
Noi, abitanti della Città X, in tutto questo avvicendamento, non abbiamo avuto, nemmeno per un attimo, la sensazione di essere governati secondo un piano logico capace di tener conto di tutte le nostre necessità.
Questo ipotetico nuovo “reggente” dovrebbe essere quasi un super partes in grado di dare ascolto alle nostre voci e capace di assorbire e rimodellare quanto di buono si fa altrove.
Ma è, proprio, necessario che abbia, per forza, in tasca la tessera di un partito qualunque?
Non sarebbe meglio che si fregiasse di degne lauree, che sapesse di politica e diplomazia quanto di bilanci e gestione aziendale.
Intorno a lui ci aspettiamo persone esperte e forti, prese fra le migliori nei vari campi e scelte dopo attento esame, come avviene in una grande azienda (per intenderci).
Il girotondo di poltrone cui ha assistito, in questi ultimissimi anni, la Città è stato meno che inutile e si è dimostrato, a dir poco, imbelle. Non accettiamo più che questa assurdità si ripeta, a scapito nostro.
Non manca molto tempo alle elezioni, è vero, ma se lasciamo perdere la ridda di voci, la carenza e la caratura dei candidati, i mesi che abbiamo davanti sono sufficienti per individuare i primi delle classi e poi piazzarli al posto giusto.