La ripresa dell’attività dei pubblici esercizi, attesa da molto tempo sia dai gestori che dai clienti, ha preso alla sprovvista e per l’ennesima volta sia l’Ama che la giunta Raggi.
Le strade della Capitale, in questi giorni, tracimano dei rifiuti abbandonati dai bar e dai ristoranti, in attesa che passino gli addetti alla raccolta. Né più ne meno come prima, anzi più di prima.
Anche per i pubblici esercizi esiste la raccolta differenziata ma si svolge in una nebulosa maleodorante che è una vera presa in giro: “per le utenze non domestiche il servizio viene modulato a seconda della tipologia dell’attività e in base all’ubicazione in zona di raccolta Porta a Porta (PaP) o in zona di raccolta con cassonetti stradali”. Che tradotto vuol dire: o ti tieni nel locale il bidone degli scarti o ti metti il sacco sulle spalle e, a fine giornata, ti cerchi un cassonetto agibile.
Per ribadire la somma efficienza di Ama e del Campidoglio viene distribuito il famoso calendario di raccolta (del tutto indicativo).
E dopo ciò questo Puntaspilli potrebbe finire qua ma, la grande vergogna che ci si para davanti ai piedi giorno dopo giorno ci impone di continuare ancora per qualche riga.
I lunghi mesi di lock down hanno lasciato tutto il tempo per riorganizzare i molti problemi della Città. Certo ci vorrebbe un sussulto di collaborazione fra istituzioni e attività economiche ma, questo argomento resta al palo da anni. Così se AMA “buca” le raccolte si riparte dal via con tutte le conseguenze del caso (e succede spessissimo).
Eppure la TARI romana è la più alta d’Italia ma, nemmeno questo evidentemente serve a risolvere il problema.
I Romani protestano e si incavolano sempre più ma, alla fin fine il loro contributo alla buona vita della Città lascia molto a desiderare: Cassia e Tevere docent!
E ancora, pensate, non si è palesato il turismo estero con i b&b che riprendono vita e l’assalto ai dehors del centro.
Altro che campagna: “Prossima fermata Roma“! Bello slogan ma Città impresentabile e quindi: “Prossima fermata monnezza capitolina” che ci pare più consono.
Dice la Presidente Sabrina Alfonsi, in una intervista a Repubblica: “Sono sicura che le nostre attività produttive legate alla filiera saranno all’altezza della sfida». Ma mostra preoccupazione «per la gestione della città e in particolare per la raccolta dei rifiuti. Anche a seguito dell’ampliamento degli spazi di ristorazione all’aperto avremo infatti bisogno di un servizio molto più efficiente e non in affanno come è a pochi giorni dalla riapertura delle attività. Il periodo di lockdown poteva essere l’occasione per riorganizzare e migliorare i servizi al cittadino e invece così non è stato». Sante e vane parole…