Addio, rito tipicamente domenicale di fare la fila davanti all’edicola e poi, il più della volte andare a bersi un caffè. Questa immagine è ormai in bianco e nero e parla quasi la lingua di un film neoralista.
Ma addio anche alle edicole dato che solo nel 2021 hanno chiuso nella Capitale circa 200.
Ora per trovare un’edicola pura e semplice la passeggiata diventa lunga e con esito incerto.
La fine del lockdown ha segnato per le edicole quasi un punto di non ritorno.
Eppure durante la pandemia sono state fra i pochi punti aperti al servizio del cittadino.
Al calo costante della vendita dei quotidiani cartacei, in corso da molti anni, si è aggiunta la fine dei bonus concessi dal governo durante il periodo della pandemia e il mancato aggiornamento di un importante accordo nazionale tra editori e giornalai.
Ma già da qualche anno la loro presenza andava calando per il progressivo calo delle vendita di quotidiani cartacei, documentata dai dati di diffusione delle maggiori testate. La loro vendita ha subito un calo davvero impressionante e che raggiunge in molti casi quasi l’80%. Tanto che alcune testate hanno rinunciato alla carta stampa a favore di altre soluzioni.
Durante i lunghi mesi del lockdown le edicole hanno beneficiato degli aiuti del governo che ha spinto verso provvedimenti come i contributi a fondo perduto erogati tutto l’anno, i crediti di imposta fino a quattromila euro e un bonus una tantum di circa mille euro.
Ma cessati i bonus le edicole hanno ripreso a chiudere. Molte di esse si sono trasformate e spesso sono diventate luoghi dove è possibile trovare una serie di servizi, come ritirare un pacco, altre invece per sopravvivere vendono, gadget o “ricordini”.
Il problema vero è che se un quotidiano costa 1,50 euro, agli edicolanti restano circa 20 cent. Con gli ultimi aumenti nulla è andato a favore degli edicolanti che, se si vendono sempre meno quotidiani, trovano quasi impossibile sopravvivere.
I sindacati dei giornalai hanno avanzato richieste affinchè sia destinata alle edicole una parte consistente del finanziamento pubblico per l’editoria.
Il fondo per il pluralismo destina ora 15 milioni per le edicole, ma se aiuterà le edicole delle cosiddette aree interne del Paese, non farà certo risorgere quelle sparite nelle città. Importante se non fondamentale per le ”sopravvissute” sarebbe anche una sostanziale riduzione (se non cancellazione) dell’imposta che l’edicola paga per l’occupazione di suolo pubblico.