Matteo Berrettini, amore disamore

Per Matteo Berrettini, ormai è amore puro ma la sua nobile rinuncia per Covid al torneo di Wimbledon gli attirato l'ira e gli sberleffi dei social. Un disamore inatteso e pieno di cattiverie

La scoperta di avere fra le nostre file un campione di immenso talento e impareggiabile bellezza come Matteo Berrettini ha galvanizzato sportivi e non.

Il tennis è tornato improvvisamente sport di “moda” e i campi si sono nuovamente riempiti di giovani pallettari.

Abbiamo seguito con tifo da stadio le imprese del 26enne romano e abbiamo temuto per lo stop dovuto all’intervento.

Lui riguadagnata la piena forma si è aggiudicato due tornei che erano il preludio a quello mitico di Wimbledon e per i bookmaker era dato come uno dei sicuri vincenti. Un traguardo storico e una borsa da capogiro.

Il nostro cuore se aveva bisogno di un nuovo brivido caldo l’aveva finalmente trovato in Super Matteo di cui ci mancava solo l’immaginetta da tenere come segnalibro.

Composto, mai un gesto di stizza verso l’arbitro o il pubblico, mai una racchetta rotta o gettata a terra con stizza.

Un mito comparso per il nostro innamoramento e il nostro entusiasmo.

Ma a Wimbledon, su quell’erba suggestiva, è arrivata la mazzata con i tamponi positivi al Covid. Matteo poteva far finta di niente dato che secondo la legge inglese attuale non si è obbligati a segnalare di essere positivi né a mettersi in isolamento e visto, anche, che così fan tutti.

Invece con un atto di grandissima responsabilità decide di rinunciare a quell’erba sulla quale è quasi imbattibile e lascia campo libero agli avversari. Molti hanno ammirato la scelta fatta di signorilità e di trasparenza del campione dilatando, se possibile il fanatismo amoroso che lo avvolge.

Di contro è partita la campagna del disamore fomentata da hater di professione, da negazionisti, no vax e demolitori di immagine.

I social si sono riempiti di commenti negativi che si sono focalizzati soprattutto sulla rinuncia al premio a cui Berrettini si è volutamente sottratto.

Gli hanno dato del coniglio, del cretino, dell’idiota ecc neutralizzando volutamente sia il gesto pieno di correttezza che la posizione raggiunta.

Ne è emerso un Berrettini inconsistente, pavido tanto da rinunciare per pura responsabilità a quel torneo che tanto gli avrebbe dato.

Qualcuno ha addirittura ipotizzato che il campione non sentendosi in piena forma piuttosto che uscirne con le ossa rotte abbia preferito addossare al Covid la sua rinuncia.

Una ascesa per lui di fanatica simpatia e un crollo malinconico che, per fortuna sua e nostra, sappiamo essere solamente temporaneo e limitato ad un ben definito gruppo di odiatori.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014