Dai primi dati e dalle nostre impressioni dirette queste festività non segnano affatto l’inizio della ripresa.
Di gente in giro ce n’è molta ma i pacchetti in mano sono pochi e molto spesso si riferiscono ai vari low cost che affollano la nostra Città.
E’ quasi inutile ribadirlo ma i rincari dei prezzi al dettaglio che colpiscono trasversalmente i vari settori, le batoste che arrivano dagli aumenti dei comparti energetici e la nuova impennata del Covid causano, fatalmente, un crollo dei consumi natalizi.
Assoutenti calcola che la contrazione della spesa si aggiri intorno ai 230 euro a famiglia che si traducono in un incasso mancato per lo stato fra i 4 e i 5 mld.
Mai come quest’anno le strade sono illuminate e i negozi hanno fatto l’impossibile per dare alle proprie vetrine un invitante sapore natalizio.
L’effetto è senz’altro accattivante ma purtroppo i budget a disposizione hanno subito una pesante flessione. Così pagano pegno tutti quegli eventi che si legano alle feste.
Lo scontrino per imbandire le classiche tavole natalizie sarà, purtroppo, più leggero del 5% rispetto al 2019 con una contrazione di spesa pari a 250 milioni di euro. Anche i ristoranti si troveranno meno soldi in cassa perchè diminuirà sensibilmente il numero degli ospiti.
Se questo quadretto infelice ci rattrista consoliamoci pensando che anche la Regina Elisabetta ha cancellato il classico pranzo di Natale per dare un segnale di partecipazione stretta con la situazione che i sudditi britannici, ormai lontani dalla UE e stremati dal Covid, stanno vivendo.
E’ un Babbo Natale povero e triste quello che girerà per le case il 24 notte. La slitta sarà sicuramente più leggera perché anche sulla voce regali vedremo abbattersi una stangata del 12% in meno rispetto al 2019.
In moltissimi, poi, abbiamo sognato e programmato viaggi e vacanze ma, la contrazione dei consumi e le incertezze dovute alle pesanti restrizioni sanitarie imposte dal governo hanno generato una valanga di disdette e cambi di programma. Per ora addio spiagge dorate e visite oltreoceano.
Un vero dramma se pensiamo che il Natale con il suo corollario di feste ha un peso economico del 25/30% sui bilanci annuali di aziende e brand in genere.
Questa situazione sarà la fine per molti negozi di ogni categoria, dal cibo, all’abbigliamento, dai viaggi alla regalistica ponendo Roma in una posizione estrema con più di 10.000 negozi chiusi, ad oggi.
Sarà un brutto risveglio quello del 1° gennaio 2022 perchè non si vedono spiragli di luce nel nostro futuro.
Ci chiediamo se davvero fosse il caso di raggruppare e lanciarci addosso tutti gli aumenti energetici e no tarpando le ali alla boccata d’ossigeno che potevano portarci le prossime festività?
Secondo noi è stata una pessima scelta di tempi con una regia pronta a bastonare con ogni modalità chi già si sente pronto solo a sopravvivere.