Con il bel tempo e la temperatura in rialzo è fatale che si voglia dare un taglio netto all’abbigliamento e che la frenesia di togliere gli strati di vestiti che ci hanno ricoperto fino ad ora prenda il sopravvento. L’arrivo delle torme di turisti del Nord, poi, enfatizza al massimo questo spogliarello di massa.
E’ un’estate di pance scoperte, di magliette arrotolate e di shorts ridotti al minimo.
Si toccano facilmente gli estremi, per lo più di pessimo gusto, che ci impongono un’occhiata prolungata e magari un commento totalmente silenzioso.
Vi ricordate lo scandalo che scoppiò in febbraio nei licei Righi e Orazio per le frasi assolutamente deprecabili dei prof nei riguardi di studentesse poco vestite e assolutamente inadatte all’entrata in classe.
Allora fu un apriti cielo di giudizi su tutti i media e in tutte le famiglie e lo spreco di necessaria pedagogia raggiunse le più alte vette dello spreco.
In questi giorni, allo Shilling Club di Ostia si rappresenta il paradigma opposto.
E’ una sera di aperitivi, compagnia, musica. Una sera di festa.
Le ragazze si preparano al meglio e possiamo immaginare quanti abbinamenti abbiano provato e quanti selfie siano volati. Così certe di aver scelto l’abbigliamento più adatto e in, si uniscono al gruppo e si presentano all’entrata del locale. Ma qui il bodyguard, dopo una selezione, forse del tutto personale, impedisce l’ingresso ad alcune di loro.
Il motivo prima sussurrato e poi gridato riguarda l’abbigliamento troppo “casto” e inadatto al luogo.
Vien da ridere perchè per bere un aperitivo in un luogo pubblico è difficile credere che esista un dress code definito e “desnudo”.
Chi resta fuori si indigna e si incavola tanto da far nascere l’attuale polverone.
Commenta Raffaele Biondo, presidente della commissione Attività produttive, turismo e politiche giovanili: ” Considerate anche le poche opportunità di svago e movida sicura ad Ostia è assurdo che si neghi per motivi puramente estetici l’accesso a quello che è un bene pubblico in concessione, dove la parola d’ordine dovrebbe essere inclusività”.
Se fosse realmente una mera questione di abbigliamento ci sarebbe da far imbizzarrire il ministero per le pari opportunità e il buttafuori dovrebbe essere relegato a ben altra occupazione.
Forse ci sono altre motivazioni che solo il bodyguard potrà chiarire.
Per ora noi dobbiamo ragionare sui cm di pancia che si possono o non si possono mostrare e sulle occasioni che quasi li pretendono per pura ostentazione.