L’enfatizzazione dell’ottimismo irrorato da auspici per un miracoloso rilancio nel prossimo futuro non aiuta certo a ricordare alla gente il comportamento adeguato a una condizione pandemica per niente debellata, ma che anzi sta trovando una rinnovata forza.
Senza alcun dubbio, dalla segregazione dei mesi passati, non abbiamo sognato altro che la libertà e la “ripartenza”.
La libertà in parte ce la siamo ripresa; prima a spizzichi e bocconi, quasi sotto tono e poi alla grande, in un’ indigestione confusa.
L’abbiamo visto in diretta alla riapertura del Sistina che con Mamma mia ha sdoganato per qualche ora distanziamenti e mascherine. O lo stop che la Scala ha dovuto imporre alla stagione dei balletti per i troppi contagi fra i protagonisti e l’altro stop, sempre per lo stesso motivo, dell’accademia di S. Cecilia.
Ma è questo, quindi, il senso vero e profondo della ripartenza e della rinascita? Difficile crederlo. Anzi siamo portati a giudicare tutto questo continuo parlare del presente e di un domani lanciati a folle velocità come di un miraggio utile a sostenere un credo vitale.
Lontano da noi ipotizzare studi di settore errati o curve di crescita lontane da quelle previste ma, nello stesso tempo ci vien da auspicare una maggior calma e realtà nel formulare ipotesi.
E’ ancora presto per vedere dati indicativi sull’andamento dei mercati per queste festività e quindi è impossibile valutare la capacità e la volontà di spesa degli Italiani.
Certo di gente in giro ce n’è tanta e le vie dello shopping si riempiono di persone del tutto indifferenti al pericolo di assembramenti.
E’ tutto un via vai di curiosità che non tiene conto che se vogliamo conservare la ‘’normalità’’ delle attività produttive, del tempo libero e dell’intrattenimento, dobbiamo essere consapevoli del pericolo che c’è ancora dietro l’angolo.
Ma per questo ci devono aiutare anche le istituzioni contenendo l’entusiasmo e non cavalcando sempre e comunque l’immagine della crescita felice e facile.
E’ fondamentale che crescita economica e decrescita del Covid siano valutate e trattate in modo paritetico. Perché la prima non potrà mai realizzarsi senza il raggiungimento del secondo.
Ben vengano allegria e regali sotto l’albero ma che questo non intacchi mai la salute di nessuno.