Riarmo, contrari ma con le porte della propria casa blindate

Il problema del riarmo sia italiano che europeo divide il paese, politica a parte, dobbiamo capire cosa al giorno d'oggi si intende. La gente ha paura di perdere lo status della propria vita e protesta dopo aver messo le sbarre alle finestre e magari ha la pistola nel cassetto. Il malo pensiero

“Tutti in piazza gratis contro il riarmo” così Rita De Crescenzo influencer senza patente per essere all’altezza della mission spinge il volgo napoletano ad aggregarsi al corteo romano promosso dai 5 Stelle. Chissà se l’avvocato Giuseppe Conte si sente appagato per un tale sostegno, sicuramente edotto sulla materia, al quale può affiancare, in modo egualitario, la presenza del noto storico prof Alessandro Barbero figlio di un dottorato di ricerca presso la Scuola Normale Superiore di Pisa? Non lo sapremo mai, ma per l’avvocato Conte che sicuramente conterà le teste presenti, può anche essere che uno valga uno. E da questo minestrone popolare e probabilmente folcloristico possiamo dedurre quanto sia trasversale il problema sul tappeto: il riarmo dell’Europa tutta.

Facciamo una piccola premessa illuminante: sono circa 21 gli stati al mondo che non hanno forze armate (Costa Rica, Dominica, Grenada, Liechtenstein, Monaco, Panama, Haiti, Isole Marshall, Micronesia, Palau), in alcuni di questi stati la difesa è affidata ad altre nazioni.

Gli Italiani per 80 anni sono vissuti in un limbo che li ha protetti idealmente e concretamente da qualunque apprensione bellica; le situazioni mondiali hanno giocato a favore di una pace che ci ha permesso di ricostruire e crescere, di formare una coscienza politica che, seppur ondivaga, ci ha fatto vivere vari governi e varie realtà, ma ora pare che uno strano meccanismo di inquietudine globale si sia rimesso in moto rendendo la pace sempre più in bilico.

La questione del riarmo non va intesa come atto preparatorio all’attacco ma come tutela, o meglio, supporto al nostro territorio, alla nostra nazione. Certo molti dicono che non è con le armi che si ottiene la pace e che siano meglio le parole e gli incontri diplomatici rispetto ai cannoni. Ma in questo momento storico quello che si presentava come il gran pacificatore nei suoi primi 100 giorni di regno, ossia the Donald, non ha risolto un bel niente se non inasprire ulteriormente gli animi e valutare l’Europa come una sanguisuga da penalizzare; un amico che ci ha voltato le spalle e che fa tremare anche la nostra, già traballante, economia.

Coraggiosa e persino patriottica la nostra premier Giorgia Meloni che ha fatto avanti/indietro Italia/Usa sperando in uno sguardo di favore dalla triade trumpiana che oggi come oggi pensa di comperarsi pezzi di mondo per puro utilitarismo. Meloni non ha portato a casa nulla ma ha reso evidente la pericolosità e la diavoleria di un governo non più amico.

I sondaggi fatti sul tema del riarmo dicono che un italiano su due è contrario e invoca, per contro, le altre primarie necessità del nostro Paese: welfare, sanità e scuole. Dimenticando di botto LA SICUREZZA, senza la quale possiamo salutare i 3 precedenti concetti.

Non deve essere divisivo il concetto di riarmo se spiegato e capito con una mente moderna. Non facciamoci trascinare da pensieri politici mai compatti e logici.

Mettiamoci in testa che quando si parla di riarmo si parla di un concetto nuovo, difficile da immaginare, ma che non prevede solo carri armati o moschetti in spalla; se mai sarà uno scontro si parlerà di “guerra ibrida” che impegnerà, certo persone e cose ma anche: fake, impegni bellici informali e non dichiarati, risposte altamente adattabili, resilienti e non tradizionali. La guerra di quinta generazione, dicono.

Il problema di fondo, per quell’1 su 2 contrario alla realtà che ci viene incontro è la paura: la paura di perdere lo status raggiunto, la tranquillità di prendere un autobus per andare a Roma per una manifestazione tutto pagato, la paura di altre imposte/tasse, la paura di tutto quello che può succedere contro il tran tran quotidiano.

Ma voi contrari al riarmo, la sera la porta di casa la chiudete?, l’impianto d’allarme l’avete messo e magari anche le sbarre di ferro alle finestre e magari avete un’arma nel  cassetto? Se avete fatto queste cose state a casa perchè non avete capito che le vostre sbarre alle finestre sono la difesa del vostro piccolo territorio; tanto quanto un graduale e saggio riarmo deve essere inteso come la salvaguardia dell’Italia

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