Rifiuti: a Roma non piacciono le innovazioni

Pensata e già bocciata. La proposta del sindaco Gualtieri per installare un termovalorizzatore ha sollevato un vespaio inaudito. Si mette di mezzo la politica che in questo caso non deve entrarci mentre servono tecnici ed esperti del settore

Roma si regge ormai da anni sul concetto e sulla strategia del gattopardesco “Bisogna cambiare tutto affinché nulla cambi”.

Così anche ora che il sindaco Gualtieri formula il progetto di un termovalorizzatore per sanare, almeno in parte, il dramma dei rifiuti si levano mille voci contrarie.

Nemmeno il tempo di dare forma alla proposta ed ecco che in poche ore si alza il muro della discordia. Tutti pronti a ricordare a Gualtieri che l’idea del termovalorizzatore non era stata ventilata durante la campagna elettorale come se a quel programma, anche discorsivo e accattivante ci si dovesse attenere in toto per i 5 anni di carica.

E’ probabile che questo grandioso progetto il sindaco ce l’avesse già in mente e in pectore ma che conscio della guerra che gli si sarebbe scagliata contro abbia preferito tenerselo per sè senza correre rischi inutili durante le votazioni.

Che sia stata un’astuzia preelettorale o che sia un decisione presa sull’onda dell’attuale situazione romana per noi non fa differenza; l’importante è che finalmente per una volta dal Campidoglio esce una proposta concreta e speriamo davvero realizzabile.

Alti i lai dei politici filosofi che dal loro angolino fatto di parole e inazione invocano come soluzione una riduzione della produzione dei rifiuti se non addirittura di una virtuosa economia circolare. Ma questi signori hanno visto com’era (e com’è) ridotta Roma con l’arrivo benedetto delle masse turistiche?

Probabilmente Ama, come tutti ha glorificato il cambio di passo del numero dei visitatori ma non ha tenuto conto della logica equazione “più turismo più spazzatura” e il risultato è stato lo sfacelo più assoluto.

E’ probabile che tra opposizione, liberi pensatori, ambientalisti, sindaci, associazioni ecc. nasca un nuovo movimento anti-termovalorizzatore sulla scia del No Tav, No Tab, No Mask, No Vax.

Sembra quasi che a questi nuovi oppositori stia bene la situazione attuale con i continui viaggi dei rifiuti verso mete sempre più improbabili e costose.

Sembra quasi che si voglia tener Roma sotto la soglia di parità con altre città e capitali estere.

In Italia esistono già 37 termovalorizzatori e in Europa se ne contano 450 che generano un forte recupero energetico: in particolare in Francia e Germania, ma anche Svezia, Danimarca e Olanda dove ci sono decine di città che in tutto o in parte sono riscaldate dall’energia prodotta da questi impianti. E noi pretendiamo di tener fuori la nostra Capitale da una possibilità simile?

Brescia, Ferrara, l’arco lagunare, e altri siti ne beneficiano sventolando con orgoglio la bandiera della depurazione e del risparmio.

Ma Roma è rimasta allo storico “no al far west eolico” lanciato a suo tempo dai verdi.

Facciamo che i giochi della politica restino fuori, da oggi e per sempre, dalla volontà di salvaguardare l’ambiente, che nessun partito o ideologia si metta di traverso con progetti che, per essere realizzati, hanno bisogno solo di competenza e qualificazione.

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