Giorni fa ci siamo trovati a parlare dell’effetto giornalistico che due singole multe a moto fuori dagli spazi consentiti avevano incredibilmente avuto. Dopo di quell’exploit purtroppo è tornato a rimbombare il silenzio dell’illegalità e del disordine.
Il previsto nucleo speciale composto da 25 vigili pare quasi una presa in giro dato che è lampante che non potranno mai bastare per riportare un minimo di ordine nel disordine cronico del centro e non solo.
Nel Tridentino passano delle coppie di vigili chiacchieranti e mai che ci fosse un sola volta che stacchino una multa per monopattini in contromano o furgoni posteggiati con illimitata fantasia o tavolini che impediscono il passaggio anche ai pedoni.
Il loro andare su e giù per le strade del Centro sa quasi di passeggio turistico: molle, stanco e disinteressato.
Ma quante sono le fonti di degrado del Centro? Tante, tantissime, piccole o grandi che, se messe insieme danno un risultato rivoltante.
Ora con il caldo e la ricomparsa dei turisti è scoppiato il boom dell’happy hour e Roma è un tutto esaurito gozzovigliante.
Per trovare posto a sedere per tutti i richiedenti i tavolini hanno allargato l’infausta occupazione di suolo pubblico e ci sono strade deliziose e centrali ormai impercorribili.
I dehors, figli di un momento di grande difficoltà commerciale e accolti come una pensata intelligente e salvifica, si sono trasformati nella saga di “tavolino selvaggio” dove i famosi limiti tracciati con lo scotch bianco sono una cosa antica e degna dell’uomo di Neanderthal.
Basta, non esistono più regole e se anche ci sono non esiste nessuno per farle rispettare.
Ormai è chiaro che la quasi totalità degli esercizi è fuori regola e che giorno dopo giorno spuntano nuove postazioni praticamente senza soluzione di continuità.
Ma alla fine è tutto fuori legge: dall’erba tipo pampa nelle aiuole al parrucchiere che offre stuzzichini su strada, dai negozi che, pur con l’aria condizionata accesa, tengono le porte aperte per favorire l’ingresso dei clienti, ai venditori di frodo tornati alla grande nelle vie del passeggio.
Nulla ha più valore di deterrente in questa Roma ormai fuori controllo.
Leggi e controllori ci sarebbero ma nessuno ha voglia di farle rispettare o di togliere il sedere dalla sedia.
Così gli uffici grondano di malati immaginari che tirano lo stipendio timbrando 2 volte al giorno il cartellino.
Che dire? Manca una volontà superiore un controllo doveroso dei delegati un senso del dovere che dalle scale del Campidoglio scenda a cascata nelle strade della Capitale