Roma, il triste rientro fra i disagi

Poveri noi e povera la nostra Città, vessata e sopraffatta da mille problemi che nessuno sa e vuole risolvere. Un triste ritorno dalle ferie

Com’è triste rientrare a Roma.

Pochi o tanti i nostri giorni di vacanza li abbiamo fatti.

Fu mare, montagna o campagna non importa. Lo stacco dai problemi della nostra Città c’è stato e ci siamo sentiti più leggeri e coscienti che realtà e modi di vivere ce ne sono tanti e tutti davvero migliori del nostro.

Per quanto cerchiamo di tirarla per le lunghe tornar bisogna e al di là di ritrovarsi fra le mura domestiche lo shock per quello che la capitale ci offre come benvenuto é talmente negativo da sembrarci impossibile e demotivante:

1) i contagi da Covid (soprattutto variante delta) aumentano spesso con conseguenze gravi. La percentuale dei medici di famiglia NON vaccinata è bassa ma tra questi no vax e l’attacco hacker troppi dati sono andati persi e troppi soggetti sfuggono ai controlli. Senza contare che il rientro di tanti Romani dalle mete vacanziere e spensierate non fa che aumentare le possibilità di infezioni;

2) asili nido e scuole, a poche ore dalle riaperture, sono nel caos piú completo, aperture e frequentazioni a singhiozzo e non ancora definite. Diversi i Prof che scelgono di aggregarsi ai no vax senza la più pallida idea di quanto possa essere negativa e pericolosa la loro scelta. Oltre questo si delinea sempre più la difficoltà di monitorare gli studenti per mancanza di strumenti, di volontà e di tempo;

3) l’orrendo caso della strage dei pesci (6 quintali, circa) che dopo aver saturato il biondo Tevere si riversa sulle spiagge rendendo l’aria irrespirabile e la balneazione impossibile. Sono diverse le ipotesi per questa ecatombe ma il risultato non cambia: i pesci marciscono tra mille altri detriti e i romani non possono che tapparsi il naso;

4) come devono tapparsi il naso e trattenere gli improperi davanti all’inefficienza delle 2 municipalizzate ormai diventate barzelletta e disservizio puro;

5) poi ci sono le buche che ricamano tutte le strade dell’Urbe e gli infiniti lavori a cui nessuno mette mano da anni (es. il parcheggio Arnaldo da Brescia);

6) le scorrerie dei cinghiali che nessuno e nulla si impegnano a fermare. Eppure esiste una legge molto chiara (n. 157 del ’92) che prevede che siano “le Regioni a dover provvedere al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia”. Che detto papale papale è necessario che Zingaretti prenda la questione di petto e che senza se e senza ma ponga un freno (venatorio) alla massiccia invasione dei cinghiali. Piangerà la Maria Vittoria Brambilla e i suoi accoliti che fra alti lai non sono mai stati in grado di proporre alcun intervento (nemmeno la sterilizzazione) per porre freno ad una vergogna, non sono Capitolina ma, ormai, nazionale;

7) i giocatori alla riffa del Campidoglio ispirano afflizione e mestizia. Nessuno accenna un minimo di interesse per il centro e tutti in gruppo si buttano sulle periferie. Questo la dice lunga sul loro senso politico/civico e ci dipinge un futuro senza gloria dove il puro interesse per arrivare primi allo scranno da sindaco vince su tutto. A nostro parere una corsa così squallida non si era mai vista;

8) e poi, amici aggiungeteci quello che volete perché potete scegliere, a caso e da un mazzo infinito, le tristezze del comune e fatale rientro in Città.

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