Roma, qualche giorno di gloria non ne ferma il declino

Fabrizio Roncone elogia Roma e le sue istituzioni per aver retto all'ondata di eventi fra la morte di Francesco, il Conclave l'elezione di Leone XIV e tutto quello che si inframmezzato, dimentica però che molti romani erano fuori Città e le orde di turisti hanno avuto buon gioco

Siamo d’accordo con il collega Fabrizio Roncone (7 del CdS del 30.05.’25 pag 27) che sostiene che la Capitale ha retto bene ai “29 giorni straordinari e indimenticabili, che vanno dal 21 Aprile..quando muore Papa Franceso al 18 Maggio…” giorni che vedono “una clamorosa catena di eventi”: morte ed esequie di Francesco (con la presenza di Presidenti, Re e Regine e circa 200 delegazioni), Conclave, fumata bianca per Papa Leone XIV, 25 Aprile (festa della Liberazione), finale degli Internazionali di tennis, concertone del 1 Maggio e il Giubileo che, nonostante tutto ha continuato il suo iter. Si, è vero ha retto bene Roma e hanno retto bene i romani ormai abituati ad essere strangolati dalle orde di turisti, ahinoi, sempre più mediocri e dimessi obbligati a “vedere” la caput mundi in giornata con gli unici stop per cibo e pipì.

Ma ci piace anche puntualizzare che quei giorni mirabolanti comprendevano un super-ponte e che molti concittadini, (circa 1,5 milioni), sono fuggiti dalla Capitale sicuri di un più che prevedibile assalto; nonostante ciò i grandi hotel con troppe stelle, non hanno troppo gioito sopraffatti da b&b fantasma e da alberghi meno pretenziosi.

Siamo anche d’accordo con Roncone nel plauso a prefettura e questura e a tutte le forze dell’ordine in campo.

Ma la liaison con il collega finisce qui perchè ci pare arbitrario giudicare in modo tassativo la gestione di una Capitale dopo aver assistito solo al cortometraggio dei famosi 29 giorni.

La nostra Città vive tutto l’anno e non son tutte rose e fiori nelle 336 giornate non prese in considerazione.

Il trasporto pubblico è rimasto fermo alle condizioni precedenti il grande “successo”, basta verificare la situazione terrificante delle scale mobili e degli ascensori della metro (sito Accessibilità Atac) o l’infausto quadro della viabilità o il concitato andamento del mercato immobiliare o l’incessante chiusura di esercizi commerciali o l’incuria del verde: nelle rotatorie, lungo le strade e agli incroci; ben accetta da tutti la biodiversità ma meno tollerabile quando diventa un impedimento alla circolazione e  poi ancora la lentezza dei cantieri (Augusto Imperatore, Arnaldo da Brescia) e l’apertura di nuovi ai quali non si è stati capaci di dare una logica priorità, eppoi i malaugurati eventi, per lo più, musicali a tutto volume nel centro città o in luoghi storici.

Per quanto riguarda le famose buche di Roma siamo ormai al pianto quotidiano con rappezzi che, se fatti, sono di brevissima durata e mai in materiali compatibili con la pavimentazione originale e avanti ancora con i cestini gettacarta che già a fine mattina sono colate di rifiuti varii, auto in 2a/3a fila, furgoni per carico e scarico merci in orari quanto meno fantasiosi e ben lontani dalle regole indicate. E via così per 336 giorni + quei famosi 29 epici giorni

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