Saldi con pochi soldi in tasca

Sono cominciati i saldi ma l'iniziale boom, tanto atteso, non si è visto. Troppe circostanze remano contro. E una legge ad hoc latita

E’ scoccata l’ora dei saldi. Decolleranno in modo clamoroso? Tante le voci e le impressioni raccolte. Ma il risultato certo lo vedremo tra circa 2 mesi.

In queste prime ore, checchè se ne dica, non abbiamo assistito a scene di frenesia collettiva.

Sui saldi hanno influito sicuramente alcuni “ostacoli”: la scelta del fine settimana che se da un lato, poteva essere incentivante per la maggior libertà dagli impegni, dall’altra ha spinto la gente alla fuga dalla Città rovente, poi i famosi “presaldi” (ormai 11 mesi su 12) a cui hanno aderito i clienti più fortunati, e ancora lo scherzetto di definire metà della merce in vendita come “continuativa” oppure “nuova collezione” (leggi NON in saldo).

Qualche movimento si è visto, per carità, anche davanti ai quei marchi top dove si entra per curiosare e sbavare.

Teniamo anche conto che causa Covid nei negozi si entra in numero più che contingentato e questo genera le code che tanto attraggono i fotografi e fanno immaginare commercio in netta ripresa.

Questi sono saldi che devono contare sulla sola clientela italiana che, come sappiamo ha visto diminuire, in questi mesi, il proprio potere di acquisto. I turisti, che facevano il grosso del fatturato, nella Capitale ancora non si sono visti e se la questione dei rifiuti dovesse continuare e portare ad un peggioramento della qualità di vita è probabile che il turismo partirà per un qualunque altrove; saldi o non saldi.

Gli scontrini, poi, parlano chiaro con una media che sta tra i 100 e i 250 euro. Cifre non certo da capogiro.

Lo stop, proprio nel momento clou, del famoso cashback con relativa lotteria degli scontrini non è stato, per niente, stimolante anche se molte della transizioni sono avvenute, comunque, per via digitale.

Fra gli acquisti l’hanno fatta da padroni: costumi da bagno e sneakers.

In buona sostanza, se il trend dei saldi dovesse continuare con questo ritmo è difficile che i negozi riescano a disfarsi dell’invenduto accumulato lo scorso anno e che bene o male verrà riproposto.

Occorre, per garantire il mercato e la vera ripresa,  lo diciamo sempre e da sempre, una chiara e severa legge che regolamenti in modo non aggirabile uno dei più aggrovigliati e disordinati momenti del mercato al dettaglio

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