Scuola allo sbando, studenti “incazzati”

La scuola riparte con un gran buco nell'acqua: Mancano: prof, aule, controlli e ingressi ordinati. Le famiglie fremono, i ragazzi nuovamente di fronte alla Dad si ribellano. E hanno ragione

Dopo 2 anni di scuola in Dad e i danni rovinosi e forse irreparabili che ha provocato ecco che l’anno scolastico 2021-2022, appena iniziato, fa un tuffo carpiato all’indietro e ritorna esattamente alla micidiale didattica a distanza.

Al momento migliaia di studenti ne sono coinvolti.

La loro rabbia e delusione è pari alla nostra che ci aspettavamo una ripartenza in presenza, in sicurezza e di qualità per sanare, almeno in parte, i disastri precedenti.

E invece l’immobilismo inframezzato dalle deroghe ha generato il crollo del sistema didattico.

Ragazzi fiduciosi che tornano al banco con rinnovata voglia di normalità e socialità e subito disillusi e derisi dall’inazione delle strutture addette alla loro istruzione. Quindi di nuovo famiglie in crisi per gli ingressi scaglionati, studenti al palo della crescita conoscitiva e insegnanti fantasma.

In Lazio mancano ancora all’appello circa 2.800 docenti, di cui 1.600 tra Roma e provincia.

Per i docenti, inoltre, nulla si è fatto al fine di dare un’adeguata preparazione all’insegnamento in Dad.

Capita così che in un venerdì di settembre diversi studenti a fronte delle 6 ore programmate di lezioni davanti al computer chiudano la giornata con una sola ora di lezione causa: l’assenza ingiustificata dei prof. La conseguenza sono le orde di giovani che per tutto il giorno possono bighellonare come meglio credono.

C’è poi il problema delle aule che scarse, fatiscenti e semisgretolate non hanno la sicurezza necessaria per ospitare alcuna lezione.

Non venitemi a dire che a Roma mancano edifici che possono (e devono) essere riqualificati a tutto vantaggio della scuola.

Troppi istituti sono state chiusi o lasciati andare in malora senza che si provvedesse al naturale ricambio. Così, se gli spazi ci sono, diventano i famosi “pollai” dove i giovani trascorrono la “meglio gioventù” senza portare a casa un briciolo di sapere.

Questi mesi passati dovevano essere, in grande parte, dedicati ad investimenti strutturali e formativi che latitano da troppo tempo.

Ripetiamolo qui, la cultura (scuola, istruzione, gestione dei ragazzi) in Italia si dimostra sempre più l’ultima ruota del carrozzone Paese.

E Roma con il Lazio altro non sono che l’esatta replica di tutto il territorio nazionale. Non c’è regione che si salvi né gestione che sia in grado di ridare la dignità perduta all’istruzione.

Non ci confortano, certo, i complimenti con cui il Presidente Draghi, senza aver mai dato uno sguardo effettivo alla situazione, gratifica il Ministro Bianchi per l’ottima ripartenza e per il buon lavoro svolto (sic).

Se c’è una valida ragione per scendere in piazza, oggi e domani, questa è proprio la difesa per un rinnovato orgoglio della cultura e della scuola italiana.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014