Le scuole riapriranno in linea di massima il 12 settembre ma la situazione degli edifici scolastici come le indicazioni di comportamento sono il altissimo mare.
Lo conferma il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi, affermando che nemmeno i lavori di aerazione sono stati minimamente affrontati.
Il tempo stringe e visto il periodo vacanziero ci viene difficile immaginare una rapida soluzione del problema.
Quindi l’anno scolastico ’22/’23 si preannuncia a finestre spalancate.
Anche le linee guida che dovrebbero regolamentare l’uso o meno delle mascherine sono talmente generiche da non essere applicabili.
Pare che tutti gli studenti dai 6 anni in su saranno esentati dall’indossare il presidio che invece sarà obbligatorio per i soggetti particolarmente deboli e fragili. Il personale scolastico, invece, dovrà continuare ad indossarle e restano anche invariate le regole base che riguardano la sanificazione delle mani.
Poca cosa se pensiamo che manca 1 mese esatto alla riapertura e che nessuno parla della situazione del personale docente e degli insegnanti di supporto.
Tremano i genitori che hanno figli in età accademica e che si domandano cosa aspetta i loro ragazzi nei prossimi mesi.
Comunque vadano le cose ecco balenare l’ipotesi della mai dimenticata (purtroppo) dad che si propone come panacea a tutti i mali.
Viene stabilito chiaramente che la distanza fra i banchi non può essere inferiore al metro e se questo non fosse possibile a causa delle classi pollaio ecco ricomparire gli ingressi scaglionati o la sopra citata dad.
Siamo basiti nel non trovare in alcun commento sullo stato di manutenzione degli edifici.
Cosa ne è della normativa antincendio, dell’efficientamento energetico e dell’adeguamento antisismico e strutturale?
Gli oltre 40.000 edifici scolastici sul nostro territorio sembrano vivere sotto una cattiva stella e si conferma ancora una volta di più come l’istruzione e tutto quello che la riguarda sia l’ultimo pensiero delle nostre istituzioni.
Forse nemmeno il Pnrr risolverà le cose perchè manca l’interesse ad approcciare il problema.
In tempo di elezioni e del vociare conseguente qualcuno di noi ha mai sentito nominare il termine SCUOLA?