Uniqlo in Galleria? così si riparte dal basso

Pare che a Roma stia per arrivare il brand giapponese low cost Uniqlo. Grandi fanfare per questa nuova apertura che nulla porta al commercio di qualità, anzi. E poi la becera idea di piazzarlo in Galleria Sordi che ben altri marchi si meriterebbe per rinascere in bellezza

galleria alberto sordi

Per rilanciare il commercio romano e dare un maggior supporto internazionale alla Città pare si parta da un marchio ben conosciuto: Uniqlo.

Brand giapponese nato nel 1984 con l’intento di replicare un mix tra Zara e H&M.

Con questa premessa si capisce subito di che livello di commercio stiamo parlando anche se le voci circolanti ce lo vogliono spacciare come “commercio di qualità” capace di far fare quel salto di profilo alla Capitale che tutti attendiamo.

Per la location di questo megastore di abiti casual (per non dire a basso impatto economico) si parla di via del Corso ormai triste immagine di una strada che fu commerciale ed ora caduta in disgrazia focalizzandosi soprattutto su quell’abbandono che è Galleria Alberto Sordi.

La Galleria ha una storia importante perchè fu costruita sui resti del seicentesco Palazzo Spada al Corso. L’inaugurazione è del 1922. Inizialmente il suo nome era Galleria Colonna a richiamare la piazza dove sorge e la colonna aureliana che svetta fin dall’antichità.

E’ un luogo affascinate con i suoi pavimenti a mosaico e i vetri in puro liberty.

La posizione centrale e la bellezza della Galleria meritano ben altro che un brand decisamente low cost.

Si addice ad essere un piccolo mall dedicato allo shopping di medio/alto livello, un po’ come le gallerie londinesi fino ad arrivare alla straconosciuta Galleria di Milano.

Invece i tempi e qualche disavventura economica hanno remato contro ed ora è un luogo desolato, con le vetrine vuote come tanti, troppi, occhi chiusi e due barettini volanti di una tristezza infinita e persino allontananti. Ed ora anche la libreria Feltrinelli, la più grande d’Italia, deve chiudere per consentire lavori di restauro in zona. Già si ipotizza che, una volta chiuse le p0rte difficilmente verranno riaperte, decretando la definitiva aridità della Galleria.

Se l’obiettivo è quello di riportare la Galleria ad antichi fasti l’idea di piazzare Uniqlo e, chissà cos’altro, è quasi uno sfregio a quel luogo e a Roma tutta, è una resa e un’ammissione di inadeguatezza e di cattiva gestione tale da non poter richiamare altri brand di maggior impatto.

Certo il marchio giapponese riporterà un po’ di vita sotto le volte storiche ma sarà soprattutto un via vai di giovani quegli stessi che nel fine settimana rendono impraticabile tutto il centro. Incapaci di far girare davvero un commercio di buon livello

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