Zingaretti: un nuovo segretario non fa un nuovo partito

Nicola Zingaretti ha stravinto alle primarie PD (praticamente c'era solo lui). Parla subito delle grandi opere e lascia una Capitale sfatta su tutti i fronti

zingaretti

Nicola Zingaretti ha vinto le primarie del PD e lo dichiara con tanta enfasi quasi fosse stato nominato Presidente della Repubblica, come minimo.

Il fratello del Commissario Montalbano si siede su una poltrona vuota e traballante da tempo e qualcuno, è fattuale, ci doveva, comunque, posare con solerzia le terga. Questo non vuol dire, come martellano molti media che il PD è risorto, di colpo, in blocco e più forte che mai. Zingaretti ha vinto solo le primarie ma questo non significa che magicamente il Partito Demolito (PD), per antonomasia, riprenda vita e metta in crisi il governo giallo/verde. Magari…col tempo…e seguendo i corsi e ricorsi storici ricomparirà.

Per ora il nuovo segretario fa il suo primo intervento pubblico e prende una facciata mostruosa. Va al Nord e picchia subito sulla TAV. Pessima scelta! Entrare a gamba tesa su un argomento così delicato e controverso è, minimo, da cartellino giallo.

Già, perchè lui che viene da Roma e di opere pubbliche se ne intende un casino. In effetti la regione Lazio è presa a modello da tutto il mondo per l’ordine, la pulizia, per le molte decine di vecchi e inquinanti treni abbandonati, da anni, su binari morti, per l’ottimo funzionamento delle linee ferroviarie extra urbane e delle metro, senza parlare, poi, delle strade sulle quali si va via come su un biliardo, da tanto che sono ben tenute!

Ma il vero capolavoro di Zingaretti sarà quando tratterà di Sanità Pubblica. Lo stiamo aspettando!! Tutto il Lazio e la Capitale, in testa, fremono alla sola idea che il nuovo Segretario PD (Partito Demolito) spinga e prema per sostenere il modello che tanto successo ha avuto nella regione.

Secondo un rapporto Oasi dell’università Bocconi la sanità nel Lazio è la peggiore d’Italia. Posti letto tagliati, licenziamenti come se piovesse, liste d’attesa di cui non si vede la fine, aliquota regionale Irpef per i redditi più elevati al 3,33 (la più alta d’Italia) per tappare i troppi buchi Zingarettiani. E poi la vergogna del centralissimo Ospedale San Giacomo su cui il neo segretario non ha mai preso posizioni…

E noi, come tanti Catarella, della fiction, (mica male le puntate come assist appena prima delle elezioni) a far la fila per votare colui il quale ha contribuito al disfacimento della Capitale e zone limitrofe…

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