Fashion week milano: il pazzo mondo della moda

Prima parte (abbiamo un sacco di foto che vogliamo farvi vedere….) eSfilate ed eventi top e rigorosamente a porte chiuse, Milano per la FASHION WEEK coccola vip, blogger e buyer (in gran parte orientali). Tutti gli altri stanno fuori e trottolano in giro per vedere e farsi vedere. Embargo totale e riti carbonari che appena […]

buyer milanesi

Prima parte (abbiamo un sacco di foto che vogliamo farvi vedere….)

eSfilate ed eventi top e rigorosamente a porte chiuse, Milano per la FASHION WEEK coccola vip, blogger e buyer (in gran parte orientali). Tutti gli altri stanno fuori e trottolano in giro per vedere e farsi vedere.
Embargo totale e riti carbonari che appena poche ore dopo però sono già di dominio pubblico fino all’indegestione.

Forse è questo il grande malinteso della MODA che non capisce che da tempo la passerella ha finito di essere legge di costume  e, che per farsi accettare e comperare deve inchinarsi al
MERCATO e ai sentiment della gente.

Difatti noi, declinati gli inviti, abbiamo inquadrato per strade e piazze, le vere sfilate fatte di gente più o meno danarosa ma sicuramente attenta ai trend più creativi.
1) Per maschi e femmine le gambe devono essere NUDE. Anche il calzettino cortissimo è quasi sparito. Entrano, però, prepotentemente in pista le calze a rete larghissima (preferibilmente nere) . Oltre a non tenere per niente caldo sono difficili da portare ed esteticamente provocano danni tremendi (salvo rari casi)
Ma ecco che  la soluzione “pro tepore” c’è: la pantofola/ciabatta pelosa in varie declinazioni che impone piedi stupendi e meteo adeguato (guai alla pioggia!)

2) Dei jeans non parliamo perche sono TUTTI ma PROPRIO TUTTI, rotti, strappati e col ginocchio in bella vista (meglio se con calza a rete sotto).
4) La borsa di qualsiasi dimensione è ipercolorata, ipergriffata, iperdecorata e soprattutto deve essere iper riconoscibile.

5) Colore colore e ancora colore e anche ispirazioni jap. Pantaloni ben sopra al malleolo, larghi svolazzanti e con disegni onirici per le signore, e, ahimè  spesso col “risvoltino” (ma non era defunto?) per i signori.

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