“Il VERDE non è un lusso ma un bisogno primario, strumento di progettazione essenziale per la nostra vita attuale e futura” dichiarano gli organizzatori della IX edizione del “festival del Verde e del Paesaggio”.
E mai come quest’anno la mostra ci è venuta incontro con colori, profumi, sorprese e un sospiro di serenità. Il Giardino pensile dell’Auditorium, nella sua giornata inaugurale, è stato festeggiato da centinaia di visitatori e dal sole, così raro in questo maggio atipico. Sei le aree in cui sono stati divisi gli espositori: vivai, espositori, altri giardini, avventure creative, balconi per Roma e food.
Vanno evidenziati gli ampi spazi “liberi” dove riposarsi, chiacchierare e mangiare. Proprio grazie a questi “prati” sul tetto della Capitale, allestiti con cura e poesia, l’impressione è di totale vacanza e relax. Anche l’atmosfera è intrigante e familiare con discussioni fra chi ne sa di botanica e chi guarda estasiato. Un po’ di spazio anche per gli arredi da giardino, le piccole piscine e gli angoli di brocantage per un dare un tocco raffinato alla vita all’aperto. Grandi vivai da sempre conosciuti e nuove realtà, spesso curate da giovani appassionati. Molte espressioni artigiane e di grande livello: dal ferro battuto, agli arredi rivisitati. Stupefacente la stampa vegetale a contatto di Alchemia. New entry a questo festival ma degna di uno sguardo attento e approfondito. Lunga vita a questa manifestazione (e ad altre simili) capace di farci sentire, per una volta, coi piedi su una terra meravigliosa e profumata.