Atac ai privati, la strada strettissima del Pd

Il Pd torna a caldeggiare l'ingresso di privati. Ma non ha fatto i conti col muro di sindacati e M5S. Bravi (Usb), dove entrano terzi succedono guai

Periodicamente viene tirata fuori dal cilindro, quasi fosse la panacea con cui risolvere i problemi del trasporto romano. Persino l’assessore alle Partecipate Massimo Colomban in qualche occasione non ha bocciato a priori l’idea. Di sicuro c’è che la privatizzazione di Atac continua a far discutere.

L’ipotesi è tornata alla ribalta in questi giorni con il Progetto Capitale targato Pd, il masterplan dem con cui Matteo Renzi vuole lanciare una proposta alternativa all’amministrazione grillina e riprendersi Roma dopo la sconfitta di Roberto Giachetti, ormai quasi un anno fa. Gli obiettivi del piano verranno presentati solo il prossimo 10 giugno, ma qualche indiscrezione è già trapelata. Nella proposta ci sarebbe la valutazione di un possibile ingresso di privati, o operatori terzi, nel trasporto locale romano.

D’altronde, ai tempi della campagna elettorale, lo stesso Giachetti si era dichiarato non certo nemico della privatizzazione della barcollante Atac. Ma, buoni propositi a parte, si tratta di un’operazione estremamente complicata, sia da un punto di vista politico, sia industriale.

Tanto per cominciare ci sono i sindacati, fortissimi in Atac, da sempre contrari a ogni ipotesi di privatizzazione dell’azienda, oggi affidata alle cure dell’ex Atm, Bruno Rota.

“Noi non solo siamo contrari, ma chiediamo la re-internalizzazione dei servizi, che quando sono affidati a terzi, esternalizzati. Quando succede, accadono sempre delle situazioni spiacevoli. E poi è l’unico modo per risparmiare davvero”, spiega a Radiocolonna.it Fabiola Bravi, dell’Usb Lazio con delega per il tpl.

“Anche il Movimento Cinque Stelle dice di essere contrario alla privatizzazione, salvo poi ricordarsi che nel 2019 ci sarà la messa a gara del servizio. Noi temiamo esattamente questo: Atac in questa situazione finanziaria avrà difficoltà a vincere la gara, soprattutto se concorrerà contro colossi come Ferrovie. E allora qualcun altro si accaparrerà il servizio”. L’esponente Usb cita lancia poi un monito. “Dove sono entrati soggetti terzi, come a Firenze con la Busitalia, del gruppo Fs, ci sono sempre stati dei problemi”.

Difficile poi scavallare il muro grillino. Solo pochi giorni fa l’assessore ai Trasporti, Linda Meleo, ha categoricamente escluso l’ingresso di privati. “Atac è e rimarrà pubblica. È uno dei punti fondanti delle linee programmatiche della nostra amministrazione e lo ribadiamo anche oggi, a seguito di quanto apparso sulla stampa in merito a voci secondo cui l’azienda starebbe valutando di affidare ad altri soggetti alcune linee di trasporto in superficie”.

“Il nostro modello di rilancio di Atac, portato avanti fin dal nostro insediamento, non prevede ipotesi di privatizzazione né di esternalizzazione dei servizi. Vogliamo migliorarne efficienza e qualità mantenendone la proprietà pubblica. L’Atac è dei romani. E rimarrà di tutti noi cittadini”.

Intanto il Campidoglio accelera sul riassetto delle partecipate. “Il Gruppo di lavoro sulla riorganizzazione delle Partecipate, guidato da Paolo Simioni, è pienamente operativo fin dalla sua costituzione nel dicembre scorso. Si riunisce almeno con periodicità settimanale, nelle sedi delle diverse aziende capitoline coinvolte, e ha già prodotto significativi risultati in termini di efficientamento dei processi aziendali e crescita del management, nonché sul disegno e sull’implementazione dei piani industriali”, ha spiegato in serata Colomban,

 È quanto dichiara l’assessore alla Riorganizzazione delle Partecipate, Massimo Colomban.

Questo comitato è stato istituito a seguito di un protocollo d’intesa tra Acea, Ama e Atac –aggiunge l’assessore – ma a partire da marzo ha accolto nel suo perimetro d’attività anche altre società partecipate dal Campidoglio: Roma Metropolitane, Assicurazioni di Roma, Risorse per Roma, Aequa Roma”.

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