Omicidio Scialdone: in appello ridotta pena all’ex fidanzato, non c’era premeditazione

La procura generale aveva chiesto per l'imputato la conferma della condanna all'ergastolo.

È stata ridotta in appello a 24 anni e 8 mesi la pena per Costantino Bonaiuti, l’ingegnere 61enne imputato per l’omicidio della ex compagna 34enne, l’avvocata Martina Scialdone, uccisa con un colpo di pistola nel gennaio del 2023 all’esterno di un ristorante nel quartiere Tuscolano di Roma. Con la sentenza, i giudici della corte d’appello della Capitale hanno escluso l’aggravante della premeditazione e hanno riconosciuto le circostanze attenuanti generiche equivalenti alle rimanenti aggravanti, facendo scendere la pena rispetto alla sentenza di primo grado, con cui il 61enne era stato condannato all’ergastolo. La procura generale aveva chiesto per l’imputato la conferma della condanna all’ergastolo.

I fatti risalgono alla sera del 13 gennaio di due anni fa quando, al culmine di una lite scoppiata dopo che la donna aveva deciso di interrompere la relazione, i due – secondo la ricostruzione degli inquirenti – hanno iniziato a litigare durante la cena al ristorante e, una volta usciti, l’uomo ha sparato con una pistola uccidendo la giovane davanti al fratello di lei, arrivato sul posto perché preoccupato. Nel procedimento, Bonaiuti è accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia, dall’aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva, e dalla premeditazione, oggi esclusa dai giudici della corte d’appello. All’uomo è contestato anche il porto illegale in luogo pubblico della pistola semiautomatica Glock che deteneva per uso sportivo.

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