Tra qualche anno i romani potranno dire a voce all’intelligenza artificiale: “Iscrivi mio figlio all’asilo nido?”. E il sistema procederà, evitando code e nervosismi. È l’era 4.0 della Capitale, promessa dal sindaco Roberto Gualtieri da Osaka, nella scorsa settimana. In questi giorni, invece, in cui si sta svolgendo la “Rome future week”, Gualtieri ha acceso simbolicamente il Wi-fi gratuito in 55 piazze della città. È la prima parte di un piano che porterà il 5G su tutte e tre le linee della metropolitana, la A è già integralmente coperta, e in cento punti urbani entro la prossima estate. Il programma, di cui si è discusso stamattina nelle commissioni Turismo e Innovazione del Campidoglio, tra le altre cose contempla l’installazione di 700 telecamere di sorveglianza, un quarto del totale di quelle previste per Roma entro la fine del 2026.
E sempre in questi giorni, il sindaco ha visitato Ucronia, la nuova sala digitale dalla quale l’azienda comunale per i rifiuti controlla l’andamento del servizio: grazie alla digitalizzazione, a quanto hanno riferito da Ama, ad agosto le segnalazioni per disservizi sono calate del 39 per cento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno mentre le sanzioni, per errati conferimenti, nel primo semestre di quest’anno, sono cresciute del 250 per cento, passando da 1.206 del 2024 a 4.212 del 2025. Discorso simile nell’altra azienda comunale, Atac, che gestisce il trasporto pubblico. Grazie ai dispositivi Gps è possibile monitorare in tempo reale da una sala l’andamento del servizio e apportare correttivi e il “Tap and Go”, un sistema che consente di pagare il biglietto con carta, a bordo del mezzo o in stazione, si è abbattuta l’evasione. È notizia di questa settimana, infatti, diffusa in sede di commissione Bilancio, che i ricavi digitali di Atac sono passati dagli 1,4 milioni del 2019 ai 38 milioni del 2024, la previsione per l’anno in corso è di chiudere a 60 o 70 milioni di euro. Inoltre, le nuove strumentazioni digitali, al servizio dei 276 controllori, che non sono aumentati in numero, hanno permesso di implementare gli introiti delle multe: dai 5,9 milioni del 2022 ai 6,6 milioni del 2024.
Nuove comodità a parte, però, l’asset fondamentale dello sbarco nell’era 4.0 a Roma è la sicurezza. Buona parte delle innovazioni tecnologiche, nei prossimi 4-5 anni, utilizzando la rete 5G dovrebbero rafforzare infatti la centralizzazione delle informazioni nella nuova Sala Sistema Roma, controllata dalla polizia locale, e che monitora 24 ore su 24 videocamere e flussi, consentendo di intervenire in caso di pericolo. Inoltre, nell’integrazione di queste informazioni certificate, si innesta lo sviluppo di Julia, l’intelligenza artificiale sviluppata da Microsoft, Ntt Data e Intellera, e che il Comune di Roma sta sperimentando in anteprima: oggi per comunicare con i turisti, domani per risolvere noie ai residenti.
Sul fronte della spesa pubblica, tanto in Ama quanto in Atac, l’innovazione è inserita nei piani industriali, ma le aziende al momento non dispongono di un dato aggregato delle somme destinate alle nuove tecnologie. Per la rete 5G l’investimento totale è di 100 milioni di euro, 20 provengono dal bilancio comunale, 80 dai privati, cioè dalla statunitense Boldyn Networks, il cui 52,08 per cento – nel corso del progetto – è stato acquisito da Inwit che così controlla la società di progetto che si è aggiudicata l’appalto pubblico-privato. Julia, invece, peserà per 10 milioni sulle casse pubbliche con fondi provenienti da diverse fonti di finanziamento. Tuttavia Microsoft, capofila del progetto voluto dalla fondazione Roma and Partners (partecipata da Comune di Roma, Camera di commercio e Aeroporti di Roma) investirà in tutta Italia 4,3 miliardi in due anni. Accanto a questo, in città, sono in via di sviluppo anche altri progetti pubblico-privato che guardano al futuro, come la realizzazione di data center attraverso la rigenerazione urbana.
Insomma, la quarta rivoluzione industriale, certamente accelerata dalla pandemia, è finalmente sbarcata in città e in particolare nei servizi pubblici, dove, però, le attese per una carta d’identità possono ancora arrivare a 45 giorni e quando c’è uno sciopero, dai nidi ai trasporti, le informazioni sulle alternative sono affidate, per lo più, al passaparola tra utenti esasperati. Il prossimo passo, quindi, sarà riempirla – di migliori comunicazioni e più operatori – la grande scatola tecnologica in cui Roma si sta immergendo.