Con fischietti, cartelloni e un grande striscione rosso con su scritto “Ate Roma, la dignità degli anziani non è in vendita”, decine di anziani hanno manifestato questa mattina in piazza del Campidoglio a Roma per chiedere un incontro con il sindaco Roberto Gualtieri sulle modifiche alla convenzione che regola i centri per gli anziani. A organizzare la manifestazione è stata l’Associazione terza età Roma (Ate Roma), che riunisce oltre 70 centri anziani della Capitale. Accanto a loro, bandiere italiane, europee e della pace. Sul selciato del Campidoglio, sui cartelloni si legge che il Comune ha imposto “un regolamento e una convenzione fuori legge” e “i centri anziani sono contro l’imbroglio del regolamento e della convenzione”. Ancora incalzano: “Gualtieri il regolamento e la convenzione sono fuori legge”, e poi “noi, volontari di servizio pubblico per legge, voi: contro legge”.
Il presidente di Ate Roma, Domenico Perna, ha spiegato le ragioni della mobilitazione: “Abbiamo chiesto più volte che il Comune modifichi la delibera sul regolamento dei centri anziani, ma finora non abbiamo avuto risposte – ha detto -. La convenzione non tiene conto dell’articolo 56 del Codice del Terzo settore, che disciplina i rapporti tra pubbliche amministrazioni e associazioni. Così i centri, pur essendo diventati Aps, non vengono trattati come tali. Se le cose non cambiano, i presidenti saranno costretti a liquidare le associazioni e chiudere i centri”. Alla protesta hanno partecipato delegazioni dai centri anziani dei Municipi Roma IV, V, VI, VII, XI, XII, XIII e XIV. Assenti quelli della città storica. “Nel Municipio I e II i centri continuano a ricevere fondi diretti dal bilancio municipale, un’ulteriore ingiustizia che divide centro e periferia”, ha sostenuto il presidente Ate Perna.
Tra le realtà più colpite c’è il centro anziani di Settecammini, chiuso da oltre un anno e mezzo per problemi strutturali. A raccontarlo è Giuseppina Fuggenzi, presidente dell’Aps Parco Settecammini: “Abbiamo dovuto chiudere perché il tetto imbarcava acqua, il Municipio ci aveva promesso i lavori in un anno ma non è stato fatto nulla – ha proseguito -. Il tetto perde ancora, la struttura è abbandonata e continuamente vandalizzata. Prima eravamo il secondo centro di Roma per attività, oggi è tutto fermo. Il Municipio non ci dà risposte e non ci convoca”. Secondo la presidente ci sono contraddizioni tra statuti e convenzioni: “Il regolamento comunale è in contrasto con lo statuto delle Aps. Noi presidenti siamo responsabili civilmente e penalmente, ma non possiamo applicare né l’uno né l’altro. Chiediamo solo che il Comune si sieda a un tavolo per sistemare le cose”.
“La sensazione è quella di mancanza di confronto e disinteresse, ma siamo una risorsa non un peso”, ha detto con sconforto una signora del centro anziani di Casal Bertone. Nel frattempo, i cori sotto Palazzo Senatorio continuano: “Vergogna, vergogna” e “Riapriteci il centro, è da un anno e mezzo che è chiuso”, urlano gli anziani tra i turisti di passaggio. Una donna, con un cartello in mano, si distacca un po’ dalla folla e grida: “Ridateci il nostro centro Settecammini”.